“Vogliamo chiarezza sui motivi della fuga della giunta Bortolato dalla Lega e garanzie sulla capacità di governare"
Nilandi e Minello chiedono di sapere le ragioni del divorzio dalla Lega di parte della maggioranza
| Manuel Trevisan |
MOGLIANO VENETO – “Vogliamo chiarezza e trasparenza sui reali motivi della fuga della giunta Bortolato dalla Lega e garanzie sulla capacità di governare di questa maggioranza. Altrimenti noi siamo pronti”. Dopo l’inaspettato terremoto a Mogliano contro la Lega, che ha portato alla restituzione delle tessere e all’uscita dal partito Lega per Salvini Premier di cinque consiglieri comunali (Enrico Cerello, Edoardo Bison, Roberto Zanardo, Francesca Morè), di due assessori (Enrico Maria Pavan e Martina Cocito) e del sindaco Davide Bortolato, interviene il capogruppo di Mogliano Bene Comune, Giacomo Nilandi per chiedere chiarezza e trasparenza a nome dei moglianesi.
“Il nostro comune non può rimanere in ostaggio di chi si confronta prioritariamente tra lotte intestine, dimissioni, rivalse, proprie solo degli interessi della propria bottega, e non di certo di quelli della città” spiega Nilandi. Per questo, i dem chiedono a Bortolato di spiegare quali sono le reali motivazioni che hanno portato ad un gesto così estremo, perché “il problema non può essere la semplice nomina di un commissario della locale sezione di partito”; ma anche, “quale prezzo dovranno pagare i cittadini moglianesi per questa faida interna ad un gruppo di persone che hanno la responsabilità di governare la nostra città”.
“Quel che è certo – continua il segretario dei dem - è che una scelta del genere determina uno scostamento politico importante rispetto al mandato degli elettori, che avevano votato una Giunta con la Lega partito di maggioranza relativa e ora si ritrovano a non avere più la Lega al governo della città. Se si vuole essere coerenti fino in fondo, oltre a ridare la tessera ci si dovrebbe dimettere, perché di fatto quel progetto politico è fallito e ne sta cominciando un altro. Proprio per questo si dovrebbe richiedere la fiducia dei cittadini. Siccome non crediamo che il sindaco e i suoi si spingano a tanto, chiediamo che quanto meno ci garantiscano che una scelta del genere non influisca sulla loro capacità di governare la città. Diversamente ne dovranno trarre tutte le conseguenze del caso. Noi siamo pronti”.
Ma anche Ferdinando Minello consigliere dei Democratici Per Mogliano dice la sua sulla vicenda: "Altro che buoni padri di famiglia. Mogliano è evidentemente bloccata da baruffe politiche tutte interne alla maggioranza. Per questo non si fa, non si sceglie, si è immobili. Una scelta come quella odierna da parte di quasi tutta la Giunta e Consiglio non si matura in un giorno ma in molti mesi. La "Corrispondenza di amorosi sensi" tra Lega, Sindaco e Giunta si è interrotta, a nostro avviso, almeno dallo stesso tempo che intercorre dalla fine di un amore e un divorzio ufficiale. In questo lasso di tempo a pagare è stata la Città di Mogliano Veneto. Opere pubbliche inesistenti, sociale non all'altezza del periodo storico, verde pubblico trascurato, cultura azzerata; per non parlare della Cittadella dello Sport e Piscina. Il loro motto "nuoto quindi voto" (voto per chi?) è annegato nelle baruffe di partito. La Città merita di conoscere i motivi reali di questo divorzio che, inutile negarlo, cela gravi motivazioni".