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26 giugno 2024

Nord-Est

Lo adescano online, poi lo picchiano e lo rapinano

Episodio a sfondo omofobo. Tre giovani sono stati accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali aggravate: il precedente di Rovigo

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Lo adescano online, poi lo picchiano e lo rapinano

REGGIO CALABRIA - Un uomo è stato adescato online, si è recato in un lido per un appuntamento, ma quando è arrivato è stato brutalmente aggredito, sequestrato per ore e rapinato. E' accaduto a Reggio Calabria e i carabinieri della compagnia locale hanno arrestato tre giovani di età, compresa tra i 28 ed i 30 anni, originari della provincia reggina, accusati dei reati di sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali aggravate ed indebito utilizzo di strumenti di pagamento.

La notte del 22 maggio scorso, durante un servizio di pattuglia in via Pineta Zerbi, la sezione radiomobile della compagnia di Reggio Calabria ha fermato un’Audi A3 per un controllo. I tre ragazzi a bordo sono apparsi ai carabinieri impacciati e agitati così i militari hanno deciso di approfondire la verifica e nel cruscotto hanno trovato diverse carte di credito, due telefoni cellulari, un mazzo di chiavi di un’altra auto e il tesserino di riconoscimento di un ordine professionale. Nessuno dei ragazzi, fanno sapere i carabinieri in una nota, ha saputo fornire spiegazioni riguardo a chi appartenesse quel materiale.

Dopo una serie di ricerche i carabinieri hanno individuato, parcheggiata nei pressi dell’ex Lido comunale di Reggio Calabria, l’auto a cui appartenevano le chiavi in possesso dei tre giovani e, poco distante, hanno trovato un giovane che, sconvolto e in stato di choc, ha riconosciuto nei tre ragazzi coloro che, poco prima, lo avevano picchiato e derubato.

IL PRECEDENTE

Gli arrestati, già noti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, l'11 aprile scorso erano stati denunciati all'Autorità giudiziaria per un episodio analogo. In provincia di Rovigo, infatti, con lo stesso modus operandi, avevano adescato un uomo e, una volta fatto accesso all'interno della sua abitazione, lo avevano legato con delle fascette e colpito ripetutamente alla testa con il calcio di una pistola, con lo scopo di rapinarlo.


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