Appello a Zaia: «Cambi la legge regionale. Lo chiediamo dal 2017»
L’associazione Cittadini Attivi: «I deceduti fuori regione al ritorno non possono essere visti dai parenti perché il feretro deve essere chiuso. A differenza delle regioni contermini»
ODERZO - «Ci appelliamo a Zaia, la legge Regionale va cambiata per rispetto delle persone che soffrono». L'associazione Cittadini Attivi dell’Opitergino-Mottense, presieduta da Gianni Gal, mette in evidenza un problema per il quale il gruppo sta combattendo ormai dal 2017.
In un incontro avvenuto a inizio settimana presso gli uffici della Casa funeraria a Gorgo al Monticano, hanno partecipato oltre al presidente Gal, anche i soci Walter Bianco, ex senatore, e Paolo Paquola, oltre al presidente della Socrem (Società Cremazioni) Pietro Ceschin, già dirigente Ulss di Pieve di Soligo. Da Modena era intervenuto telefonicamente Gianni Gibellini, presidente dell'associazione Efi (Eccellenza funeraria Italiana)
«La legge regionale del Veneto - spiegano i Cittadini Attivi - in quest’ambito è piuttosto chiara. Se un cittadino veneto muore al di fuori dei confini regionali, può tornare nel suo Comune di residenza solo “a cassa chiusa”. Quest’obbligo crea un problema alla famiglia che deve decidere. O si reca nel luogo del decesso per poter vedere il proprio caro per l’ultima volta. O deve rassegnarsi a salutarlo con la cassa già chiusa.
Inoltre l’assenza della funzione di reciprocità nella legge veneta blocca di fatto la possibilità di vedere i defunti anche nelle altre regioni. Essendo il Veneto fra Friuli , Emilia e Lombardia, il trasferimento a cassa aperta già regolamentato nelle regioni di confine viene meno poiché il Veneto non ha regolamentato il trasferimento a cassa aperta verso altre regioni. «Se il caro estinto si trova in una di queste tre regioni e deve tornare in Veneto, dovrà farlo in modalità "cassa chiusa".
Se arriva da una di queste tre regioni transitando per il Veneto, dovrà dovrà farlo nella stessa modalità. Se però rimpatria da altri luoghi dove la modalità “cassa aperta” è permessa, non sorge il problema. Perché questa disparità di trattamento?». Le richieste non hanno ancora trovato riscontro nonostante l'iter avviato dall'Associazione sia iniziato già qualche anno anni fa.
«Le prime domande – spiegano - risalgono al 2017 ma non abbiamo mai ottenuto risposta. Nell'aprile di quell'anno fummo ricevuti dall'allora assessore regionale alla sanità Luca Coletto ma non se ne fece nulla. Cittadini Attivi si è attivata anche inviando lettere all'assessore regionale Manuela Lanzarin e al direttore del dipartimento regionale competente Francesca Russo nel novembre dello scorso anno, per accompagnare l’emendamento con relativa illustrazione. Nessuno, ad oggi, ci ha ancora risposto. Per ultimo, lo scorso 10 luglio, Cittadini Attivi ha scritto al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia e la speranza è di ricevere una risposta quanto prima».
Nello specifico cosa chiedete? «L'inserimento nell’articolo 11 della legge 04 marzo 2010 N.18, della postilla “a condizione di reciprocità” assieme all’aggiunta del testo finale “anche da fuori regione”. In modo tale che il transito, o l'arrivo, dell'estinto da queste regioni limitrofe in Regione Veneto, entro le 24 ore previste dalla legge, possa avvenire con la modalità della cassa aperta. Ci pare una richiesta sensata ma che al momento non ha ottenuto risposta da nessuno».
A inizio anno il gruppo dei Cittadini Attivi dell’Opitergino-Mottense, aveva anche tentato la strada istituzionale. Il consigliere regionale Dem Andrea Zanoni aveva presentato un emendamento alla finanziaria con inserita proprio questa postilla. L'emendamento venne bocciato. «Il problema dunque rimane, ed è solo carattere etico/morale - conclude l’Associazione. Ora non possiamo far altro che appellarci al Presidente Zaia che sappiamo essere sempre molto sensibile ai bisogni dei Cittadini, affinché le famiglie dei defunti deceduti fuori dai confini regionali possano salutare per l’ultima volta il proprio caro in maniera dignitosa e umana».
Nella foto: da sinistra Paolo Paquola, Gianni Gal, Piero Ceschin e Walter Bianco