BOATI: «ATTI CONSEGUENTI ALLA SISMICITÀ DEL TERRITORIO»
Dopo i recenti eventi registrati in Fadalto, si fa avanti una nuova ipotesi in fase di analisi da parte dei tecnici
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - Un fatto nuovo, oggetto ora di analisi e di studio da parte dei tecnici della Protezione Civile e dell'OGS di Trieste, è emerso negli ultimi giorni in Fadalto.
«Stiamo cercando di capire - ha spiegato il geologo della regione Veneto, Alberto Baglioni alle circa ottanta persone che ieri sera hanno partecipato all'incontro presso la sede degli Alpini di Nove - se gli eventi del 1° aprile e i seguenti siano tra loro legati, ovvero se l'attività sismica possa incidere sul fenomeno dei boati. Anche domenica, dopo la scossa di magnitudo 2,1, un boato, seppur non avvertito dalla popolazione, è stato registrato dalla strumentazione».
E' questa la novità trapelata ieri sera nel primo dei cinque incontro promossi dall'amministrazione per illustrare il piano di Protezione Civile: i boati potrebbero essere atti conseguenti alla sismicità del territorio.
Presenti all'appuntamento dedicato agli abitanti di Fadalto, Nove e San Floriano il sindaco Da Re, gli assessori Fasan e Rosset, il responsabile della Protezione Civile regionale Tonellato, il geologo Baglioni e il comandante dei Vigili del Fuoco di Vittorio Veneto Favaretto.
Un momento dell'incontro pubblico svoltosi a Nove
«Nei dati raccolti - ha spiegato il geologo Baglioni - non abbiamo rilevato alcun incremento della sismicità tettonica. I boati - ha poi evidenziato - sono stati molto frequenti all'inizio, poi si sono rarificati, si va da una media massima di una trentina di fenomeni giornalieri, a giorni in cui il fenomeno non è stato neppure registrato. Dal 1° aprile, però, abbiamo notato una lievissima ripresa del fenomeno, confermata in questi giorni».
I boati legati all'attività sismica non sarebbero però una novità per il territorio: nel 2003 la Guardia Forestale di stanza in Cansiglio aveva segnalato alcuni boati a seguito di eventi sismici.
«Allo stato attuale, gli eventi del 1° e 10 aprile (le due scosse tettoniche rispettivamente di magnitudo 2,4 e 2,1 ndr) non modificano le valutazioni». Ad oggi lo scorrere di acque nel sottosuolo e la conseguente rottura di rocce sarebbe ancora la causa del fenomeno più valida per gli esperti. «Se fosse riconosciuta una crisi sismica l'attenzione salirebbe» ha evidenziato Baglioni.
«L'area ha i suoi problemi - ha ammesso il responsabile della Protezione Civile regionale, Tonellato - è un'area di categoria 2 con caratteristiche sismologiche evidenti. Non vogliamo creare allarmismi, ma solo una constatazione che siamo in un'area che va vigilata: dobbiamo formare una cultura che ci permetta di reagire in modo pro-attivo ad una eventuale emergenza».