BOATI: «INDOTTI DALLO SCORRIMENTO DI FLUIDI SOTTERRANEI»
E' questa l'ipotesi più probabile secondo i tecnici dell'OGS. Potenziato il monitoraggio sul Fadalto
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - Si intensifica il monitoraggio sul Fadalto per cercare di dare un'origine certa al fenomeno dei boati, avvertiti dalla popolazione dallo scorso ottobre.
Ai sette sismografi che tengono monitorato il territorio a cavallo tra le province di Belluno e Treviso dallo scorso 24 gennaio e ora localizzati intorno alla sponda settentrionale del Lago Morto, epicentro delle vibrazioni registrate, si aggiungono altri 5 sismografi installati dall'Enel. Il monitoraggio è curato dai tecnici dell'OGS di Trieste e coordinato dalla Protezione Civile regionale.
Nell'ultimo incontro di lunedì 28 febbraio del tavolo plenario creato dalla Protezione Civile del Veneto, al quale hanno partecipato la Direzione regionale Geologia e Georisorse, Arpav e OGS, sono stati riassunti gli esiti del monitoraggio di questa rete di sismografi.
«I rilievi - conferma una nota inviata dalla Regione - hanno individuato una corrispondenza fra le segnalazioni acustiche e le vibrazioni registrate». La profondità di queste scosse è stata localizzata a livello superficiale, ovvero a meno di un chilometro, mentre sulla loro origine ancora non c'è un'ipotesi certa. «L'ipotesi più probabile secondo i tecnici dell'OGS - riferisce sempre la nota regionale - rimane quella di un fenomeno indotto dallo scorrimento di fluidi sotterranei».
Va ricordato che l'area del Fadalto, come tutta la Pedemontana, rientra in zona sismica 2. «Sono stati valutati in proposito - aggiunge la nota ufficiale - l'avvio di una serie di esperimenti geofisici attivi e passivi di impatto ambientale nullo, con l'obiettivo di documentare con precisione la parte superficiale del sottosuolo, e l'installazione di un'apparecchiatura per la registrazione acustica del fenomeno».