BOATI. ROSSET: «NESSUNA IPOTESI È ANCORA ESCLUSA»
L'assessore alla Sicurezza va cauto sull'ipotesi che si è accreditata nelle ultime ore, ovvero quella delle acque sotterranee
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – «Nessuna ipotesi è esclusa» fa sapere l’assessore alla sicurezza del Comune di Vittorio Veneto Mario Rosset (in foto a lato), che ieri, martedì, si trovava in Regione per un incontro con la Protezione Civile regionale.
«L’incontro di oggi (ieri ndr) – precisa - aveva tutt’altra finalità, ovvero illustrare il piano di protezione civile comunale e le aree individuate per gli interventi, non solo per il Fadalto, ma per l’intero comune. Non abbiamo valutato alcun dato rilevato dai sismografi, perché i tecnici li stanno ancora raccogliendo». Piano comunale di Protezione Civile che la Regione ha classificato tra i migliori del Veneto. «E' stato anche deciso - chiude l'assessore - che d'ora in poi le informazioni saranno gestite solo da una persona, il sindaco».
L’assessore Rosset, dunque, non conferma che, in occasione dell’incontro si sia fatta avanti tra le tante ipotesi quella che i boati del Fadalto siano collegati agli spostamenti delle acque sotterranee, così come diramato dall’Ansa nel pomeriggio di ieri.
Un’ipotesi, questa, che era stata sostenuta nelle scorse settimane anche dal geologo vittoriese Antonio Della Libera. Le abbondanti piogge cadute nel corso degli ultimi mesi, sempre secondo questa ipotesi, avrebbero innalzato le falde sotterranee e riempito gli spazi vuoti ricchi d’aria, generando così i boati che da mesi i residenti sentono provenire dal sottosuolo.
«La pioggia – spiega Della Libera (in foto a lato)- quando penetra all’interno di massicci di natura carsica come il Visentin o il Cansiglio innalza la falda, aumentando la quantità d’acqua all’interno e questo può creare secondo me delle dinamiche. Là dove non c’è roccia, c’è aria e quando arriva l’acqua la scaccia via».
Che tipo di indagini si dovrebbero eseguire per capire se la natura dei boati sia proprio questa? «Si possono misurare le oscillazioni della falda, ma questo lo fanno solo gli speleologi, una ricerca finalizzata a questo è difficile da realizzare. Bisognerà un po’ alla volta eliminare tutte le ipotesi che non stanno in piedi e poi si vedrà. Quello che si può dire è che se la causa fosse questa, non sarebbe molto preoccupante. Con la normalizzazione delle falde, gli eventi dovrebbero rientrare e ciò sarebbe un riscontro che sosterrebbe questa ipotesi Sarebbe inoltre interessante capire con una ricerca se in altre zone carsiche questi fenomeni si verificano o si sono verificati».
Questa sera, 2 febbraio, confermato il coordinamento tecnico in Municipio, mentre continuano i contatti tra l’amministrazione e il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Oggi i cieli di Vittorio Veneto saranno sorvolati anche da un elicottero della Protezione Civile che monitorerà dall'alto l'intera Val Lapisina.