BUONA DOMENICA "Se no i xe mati, no li volemo"
In Russia dovrebbero leggere il filosofo Thomas Hobbes che invitata a togliere i poteri a chi obbligava i propri cittadini a fare la guerra
TREVISO - Uscire (forse, ce lo auguriamo) da un tunnel. Infilarsi subito in un altro: mala tempora currunt. Due anni e passa di pandemia. 5.878.328 decessi nel mondo da inizio pandemia, 1.170.671 in Europa; in Italia (al secondo posto tra i paesi europei): 154.013.
Vittime di una guerra, quella contro il Covid. Morti che a qualcuno non sono bastati e continuano a non bastare. Perché non si spiega altrimenti la decisione di voler causare ancora un altro bagno di sangue, senza soluzione di continuità.
Non ha avuto torto chi profetizzava che dalla pandemia saremmo usciti diversi: siamo cambiati, è vero. Ma in peggio. Per primi quelli che del mondo dovrebbero reggere le sorti, per i quali i morti da Covid lungo dal rappresentare un monito non sono più a questo punto neanche un pallido ricordo. A meno che dalla pandemia qualcuno non voglia distrarsi con il “diversivo” di una guerra. Ma allora è tollerabile continuare ad affidare il nostro destino a insipienti, irresponsabili per non dire folli reggitori degli Stati?
È lecito permettere che le nostre vite siamo appese al filo precario di una politica determinata dagli stati umorali per non dire delle patologie psichiche di sedicenti “grandi della terra”? Ce lo ricordiamo (guai a scordarcelo) “The Donald” Trump. Lo vediamo oggi Vladimir Putin: “Chi si somiglia si piglia”. Dice del presidente russo l’ex inquilino della Casa Bianca: “È un genio. Ha dichiarato una parte dell’Ucraina indipendente. Meraviglioso. È intelligente e la sua forza di peacekeeping riporterà la pace. Ce ne vorrebbe una simile da noi al confine meridionale. Putin è saggio, lo conosco bene, molto bene. E, comunque, con me alla Casa Bianca, tutto questo non sarebbe successo”. (“Corriere della sera” 24 febbraio 2022). Ha sicuramente ragione: con Trump presidente chissà cos’altro di peggio ancora ci sarebbe potuto capitare.
Thomas Hobbes, scrisse nel 1651 un’opera intitolata “Leviatano”, dal nome del mostro di cui parla la Bibbia. Per il filosofo inglese i sudditi, per evitare la guerra di tutti contro tutti e quindi ammazzarsi tra di loro, dovevano mettersi nelle mani di un Capo o di una Assemblea a cui delegare diritti e poteri. In tutto e per tutto si sarebbe dovuto obbedire al Leviatano, eccetto che all’eventuale comando di fare la guerra e di ammazzarsi tra cittadini dello Stato.
Se un ordine del genere fosse stato impartito, il capo supremo si darebbe dovuto immediatamente cacciare. Perché non decidere così anche oggi nei confronti di chi dichiara le guerre e induce alla morte?
Buona domenica