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09 settembre 2024

Vittorio Veneto

In Cansiglio per non dimenticare

Grande partecipazione, con centinaia di persone, sull’altopiano del Cansiglio alla commemorazione del rastrellamento nazifascista dell’8 settembre 1944

| Michele Zanchetta |

| Michele Zanchetta |

anpi cansiglio

L’8 settembre in Italia è una data che non si dimentica, in quel 1943 con il proclama di Armistizio di Badoglio iniziò a crollare il regime fascista, anche se ci vollero quasi altri due anni di guerra per vederlo definitivamente sconfitto. Ma tra Trevigiano, Bellunese e Pordenonese, l’8 settembre ha un significato doppio, perché giusto un anno dopo, nel 1944, avvenne uno degli eventi più cruenti della Seconda Guerra Mondiale nel nostro territorio. Le truppe naziste, affiancate dai repubblichini di Salò, decisero una manovra di attacco ai partigiani della divisione garibaldina Nino Nanetti che erano asserragliati in Cansiglio. Fortunatamente, la maggior parte delle truppe partigiane riuscì a salvarsi e raggiungere la pianura, grazie alla conoscenza del territorio quanto ad un’efficace azione militare. La manifestazione quest’anno ha raccolto centinaia di persone, che si sono date appuntamento sull’altopiano del Cansiglio che lentamente inizia a cangiare i suoi colori.

 

Dopo la tradizionale messa in ricordo dei caduti, alla chiesa di Sant’Osvaldo, che sulla facciata ricorda il sacrificio di cittadini e partigiani per la libertà, il corteo ha proseguito il tradizionale percorso lungo la strada sino al monumento ai caduti della Divisione Nino Nanetti. Sotto il monumento si sono raccolti in silenzio i presenti, ascoltando l’Inno Nazionale e il Silenzio fuori ordinanza per i caduti, eseguito dalla Banda Musicale di Prata. All’evento hanno partecipato sindaci e amministratori locali, ma anche politici regionali e nazionali, tra questi Piero Fassino, Rosy Bindi e Andrea Zanoni. Il leggero rilievo con il monumento è stato circondato dai vivi colori delle insegne delle associazioni, che con l’ANPI Associazione Nazionale Partigiani d’Italia organizzatore dell’evento, hanno voluto non mancare nel ricordo: AVL Associazione Volontari della Libertà, sindacati, comitati per la pace, AVIS, Associazione Internati nei Lager, ma anche tantissimi cittadini e famiglie con bambini, vestiti del tricolore.

 

E’ stata toccante la presenza dei reduci della Resistenza, le staffette partigiane che, pur non imbracciando le armi, hanno partecipato attivamente alla lotta di liberazione portando messaggi e ordini attraverso le linee nazifasciste. Giuliano Varnier, Presidente Provinciale dell'ANPI di Treviso, ha sottolineato i sacrifici di chi lasciò tutto per il Paese, compresa la propria vita, per assicurare un presente e un futuro agli altri: i nostri sforzi devono essere seguendo i loro passi. Gino Sperandio, presidente Provinciale dell’ANPI di Belluno, ha ricordato Marco Bortoluzzi, mancato improvvisamente nel novembre del 2023; un uomo energico che con la sua vita, i suoi pensieri, le sue azioni ha segnato la via per un attivismo a favore della libertà e la difesa della Costituzione, al fianco dei più deboli e cercando sempre il bene della collettività. Mirella Balliana, sindaca di Vittorio Veneto, ha sottolineato che, oltre all’onore per gli oltre cinquecento caduti, i cittadini devono usare quegli insegnamenti per lottare per i diritti di tutti nella quotidiana vita civile, senza che nessuno venga lasciato indietro in ambito assistenziale, sanitario, culturale o sociale. Il Coro dell’Anpi di Pordenone ha intonato canti partigiani che hanno intervallato gli interventi delle personalità che si sono avvicendate nel ricordare gli eventi di ottant’anni fa.

 

Tra questi, Rosy Bindi ha parlato del valore della pace e della libertà, della democrazia come ambiente naturale in cui devono vivere gli uomini, sottolineando quanto la lotta partigiana fu un atto comune, perché oltre ai combattenti ci furono anche le donne e i bambini, a casa a resistere in momenti di forte drammaticità e insicurezza, con le stragi nazifasciste di civili che erano all’ordine del giorno. In occasione della manifestazione, l’ANPI ha raccolto moltissime firme contro l’autonomia differenziata per richiedere un referendum popolare.

 


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