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19 luglio 2024

Treviso

Caro spesa: dal grano al pane il prezzo aumenta di 10 volte

"Un chilo di grano è venduto a 35-40 centesimi, un chilo di pane costa dai 3 ai 5 euro"

| Isabella Loschi |

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pane

TREVISO - Dal grano al pane il prezzo aumenta anche di dieci volte. Tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano che viene pagato agli agricoltori intorno ai 35-40 centesimi mentre il pane viene venuto al consumatore finale ad un prezzo che varia da 3 a 5 euro a seconda delle città.

A lanciare l’allarme è Coldiretti Treviso che sottolinea come l’impennata dell’inflazione peserà sul carrello degli italiani oltre 8 miliardi nel 2022 mentre nei campi i compensi sono ormai scesi sotto i costi di produzione, costringendo molte imprese anche trevigiane a lavorare in perdita. “La guerra ha di fatto moltiplicato – sottolinea la Coldiretti – manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dei prodotti offerti sugli scaffali alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti agli agricoltori al di sotto dei costi di produzione”.

Il risultato è che, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi. Il pane è uno degli esempi più significativi. Ma c’è anche il pomodoro. In una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.  

Per riequilibrare la distribuzione del valore lungo la filiera tutelando cittadini e agricoltori, è entrato in vigore il 15 dicembre il decreto legislativo in attuazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti. Ma contro il caro prezzi una soluzione strutturale è rappresentata anche dalla diffusione dei contratti di filiera per l’equa distribuzione del valore lungo la filiera e per tutelare il reddito degli agricoltori.  

“Per affrontare questa emergenza causata da guerra e siccità Coldiretti, insieme a Filiera Italia, è pronta a presentare progetti operativi – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Oltre all’accordo con Philip Morris Italia sul tabacco, stiamo progettando investimenti di sistema per il 100% italiano, dalla zootecnia al vino, dal grano alla frutta secca, dall’olio all’ortofrutta. Dobbiamo puntare ancora di più su qualità, sostenibilità, innovazione e ricerca per rafforzare ancora il Made in Italy sui mercati esteri”.  

 


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