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01 dicembre 2024

Italia

Caso Parioli, chiesto il processo per il marito della Mussolini

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Caso Parioli, chiesto il processo per il marito della Mussolini

Conclusa l'inchiesta della Procura di Roma sui clienti del "Caso Parioli", relativo alla prostituzione di due minorenni. La procura, in particolare, ha chiesto il  rinvio a giudizio per Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, per il reato di prostituzione minorile. L'avviso di chiusa inchiesta è stato notificato a 22 persone che hanno avuto rapporti con le 'baby squillo'. Altri 11 indagati hanno invece scelto di patteggiare la condanna a un anno di reclusione. L'accusa per tutti è quella che fossero consapevoli della minore età delle due prostitute. Di seguito i principali momenti dell'inchiesta.

 

28 OTTOBRE 2013 - E' l'autunno del 2013 quando a Roma scoppia il caso che scuote la Capitale. Il 28 ottobre i carabinieri del Nucleo investigativo eseguono un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma, Maddalena Cipriani, su richiesta dei pm Maria Monteleone e Cristiana Macchiusi, nei confronti di cinque persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di sfruttamento della prostituzione, esercitata da due ragazze italiane minorenni in un appartamento di viale Parioli. Tra gli arrestati ci sono Mirko Ieni, considerato l'organizzatore del giro, e la madre di una delle due ragazze. A dare impulso alle indagini è invece la madre dell'altra minorenne coinvolta che si rivolge ai carabinieri.

 

Attraverso indagini e monitoraggi i carabinieri documentano che le due ragazze si prostituiscono quasi tutti i pomeriggi, dopo la scuola. Gli incontri si svolgono in un appartamento in viale Parioli. E' Ieni secondo gli investigatori a sbrigare tutte le incombenze connesse alla gestione dei clienti, reperiti mediante inserzioni su siti di incontri on line.

 

Tra le persone arrestate c'è anche uno dei clienti, Mario Michael De Quattro, indagato anche per produzione di materiale pedopornografico e tentata estorsione. Secondo quanto ricostruito dai militari, l'uomo essendo certamente consapevole della minore età di una delle ragazze, tenta un'estorsione ai suoi danni, richiedendo il pagamento di 1500 euro per non divulgare dei video da lui effettuati dei loro incontri sessuali.

 

Quanto alla madre di una delle ragazze, secondo gli investigatori, era a conoscenza dell'attività della figlia da cui riceveva parte dei proventi ricavati. I carabinieri svolgono durante l'operazione numerose perquisizioni domiciliari anche nei confronti di uomini identificati come clienti delle due minori.

 

A svelare i dettagli della vicenda sono poi le dichiarazioni delle due ragazze. Una delle due, durante l'incidente probatorio, racconta: "Ero alla ricerca di facili guadagni... attraverso Google ho trovato un annuncio che andava bene per quello che cercavo. Ho risposto all'annuncio e tramite chat ho avuto prima un contatto con Nunzio Pizzacalla, caporal maggiore dell'Esercito, e poi con Mirko Ieni. Credo che quest'ultimo sapesse che ero minorenne e probabilmente ha sfruttato questa circostanza per attirare più clienti".

 

La giovane racconta che i guadagni erano "quotidianamente tra i 500-600 euro". Una parte dei soldi, precisa, andava a Mirko Ieni pagando così l'affitto della stanza dove si prostituiva. La giovane racconta anche dei suoi contatti con Pizzacalla. Quanto alla decisione di prostituirsi, la ragazza racconta che a spingerla "fu la convinzione di poter fare soldi rapidamente e senza troppa fatica".

 

Il fatto poi che l'altra ragazza sua amica avesse sempre soldi sufficienti per permettersi l'acquisto di generi di lusso le fece superare le sue ultime titubanze. Ha cominciato cosi' a incontrare i primi clienti chiedendo tariffe diverse a seconda delle persone. Nessuno conosceva la sua vera età tranne Mirko Ieni, al quale versava i soldi per l'uso dell'appartamento dei Parioli.

 

13 NOVEMBRE 2013 - Il Tribunale del Riesame respinge la richiesta di scarcerazione presentata dal commercialista Riccardo Sbarra, da Mirko Ieni e dalla madre di una delle due minorenni, che restano quindi in carcere. Le altre due persone coinvolte nell'inchiesta il caporalmaggiore dell'Esercito Nunzio Pizzacalla aveva rinunciato al ricorso mentre il commerciante Mario De Quattro giorni prima aveva ottenuto dal gip la scarcerazione e gli arresti domiciliari considerate le sue gravi condizioni di salute.

 

Nelle motivazioni il Riesame sottolinea "il particolare squallore della vicenda che ha travolto le due minorenni" e si sofferma su Mirko Ieni considerato "figura chiave" della vicenda, una persona che sapeva sicuramente che le due giovani prostitute "erano minorenni anche se non ha mai ammesso di saperlo".

 

A Ieni i giudici attribuiscono "un'attività di continua persuasione idonea e concreta, volta ad indurre le ragazze a concedere le prestazioni sessuali a persone che lui stesso procaccia influendo sul processo volitivo delle due ragazze determinandole a compiere attività di meretricio". E ancora, sempre in base alle motivazioni, Ieni "rimprovera le due ragazze allorquando queste non vanno agli incontri con i clienti richiamandole al senso di responsabilità e redarguendole con toni autoritari. Le ha sfruttate al solo fine di ottenere utilità economica senza aver avuto alcun senso di vergogna di autocritica e di ripensamento''.

 

 

2 DICEMBRE 2013 - Il Tribunale del Riesame conferma il carcere per Mirko Ieni e per l'imprenditore edile Marco Galluzzo anche in relazione all'accusa di cessione di stupefacenti.

 

12 FEBBRAIO 2014 - Mirko Ieni ottiene gli arresti domiciliari ma appena un mese dopo, il 12 marzo, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma gli notificano una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta dei pm della procura della Repubblica di Roma. Dalle indagini è infatti emerso che l'uomo, tra maggio 2012 e luglio 2013, sfruttava la prostituzione di ulteriori due giovani, all'epoca di diciannove anni, che si prostituivano nel suo appartamento, in zona Vescovio, grazie a inserzioni su siti internet. A Ieni sono poi contestati ulteriori episodi di spaccio di stupefacenti di tipo cocaina e hashish che forniva alle due giovani prostitute e, in alcune circostanze anche a una minorenne di 16 anni.

 

15 MARZO 2014 - La Procura di Roma conclude la prima parte dell'inchiesta. I reati ipotizzati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pubblico ministero Cristiana Macchiusi a seconda della posizione processuale delle persone coinvolte vanno dal favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione alla detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, e anche per quanto riguarda uno dei sei imputati, anche alla cessione di sostanze stupefacenti.

 

18 MARZO 2014 - Dall'atto di chiusura dell'inchiesta emerge che non erano solo le due minorenni a far parte del gruppo, ma anche sei maggiorenni disponibili a incontrare i clienti in hotel e anche in un appartamento nella zona di Vescovio. In totale sono una sessantina le persone che, indicate come clienti delle due ragazze che si prostituivano ai Parioli, sono iscritte nel registro degli indagati per l'ipotesi di prostituzione minorile.

 

10 APRILE 2014 - La procura presenta otto richieste di rinvio a giudizio che vengono accordate nei giorni successivi. Gli otto imputati scelgono poi il rito abbreviato. Contro gli 8 imputati si costituiscono parti civili le due minorenni e la madre di una di queste. Era stata proprio lei a denunciare ai carabinieri la vicenda.

 

1 LUGLIO 2014 - Si conclude il primo grado di giudizio sul caso Parioli con la condanna a dieci anni di reclusione e 60mila euro di multa per Mirko Ieni e a sei anni di reclusione e 20mila euro di multa per la madre di una delle ragazze, con perdita della potestà genitoriale e del diritto alla successione. I pm avevano chiesto per Ieni 16 anni e sei mesi mentre per la donna sei anni di reclusione e 10mila euro di multa. In tutto sono otto le sentenze di condanna inflitte dal gup di Roma Costantino De Robbio: il caporal maggiore dell'Esercito Nunzio Pizzacalla viene condannato a 7 anni di reclusione e 24mila euro di multa (per lui erano stati chiesti sei anni di reclusione), Danilo Sbarra a 6 anni e 30mila euro di multa (per lui il pubblico ministero aveva chiesto 5 anni e 8 mesi e 30mila euro di multa), Mario Michael De Quattro a 4 anni e multa di 3mila euro (per lui era stato chiesto un anno e 4mila euro). Sono stati invece condannati entrambi a 1 anno di reclusione e pena sospesa e 3mila euro ciascuno di multa i clienti Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone. Per loro il pm aveva sollecitato la condanna a 8 mesi. Il giudice ha disposto per loro la sospensione condizionale della pena. Infine tre anni e quattro mesi e 8mila euro è la condanna per Marco Galluzzo (4 anni e 4 mila euro).

 

2 LUGLIO 2014 - Per la procura di Roma sul caso Parioli c'è un altro obiettivo: la richiesta di rinvio a giudizio per gli oltre 60 clienti che hanno avuto incontri a pagamento con le due minorenni. Nell'ufficio del pubblico ministero prevale la convinzione di non accogliere le proposte di patteggiamento presentate da una parte di coloro che sono rimasti indagati nella seconda parte dell'inchiesta dopo l'identificazione. Tra gli altri Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini, per il quale oggi la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di prostituzione minorile.

 


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