Che tempo faceva il giorno in cui siete nati?
La singolare - e bellissima - passione/collezione di Giuseppe Perini, che da 50 anni (ma si può andare a ritroso grazie allo zio Corino e alla scuola enologica Cerletti) registra su piccoli quaderni temperatura e condizioni meteo di Conegliano e dintorni
| Emanuela Da Ros |
CONEGLIANO - Nel 1963 Giuseppe Perini aveva 12 anni e frequentava la seconda media alla scuola Cima, che allora si trovava all’interno del Convento di San Francesco.
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Un giorno - era aprile - l’insegnante di Lettere, la professoressa Gabriella Molena, che vive ancora a Conegliano e compirà 99 anni il prossimo luglio, assegna ai suoi studenti un compito: “Su un quadernetto prendete nota ogni giorno, per una settimana, del tempo che fa. Osservate il cielo, scrivete se è nuvoloso o sereno, se piove o no, e registrate la temperatura esterna”. Per Giuseppe quel compito per casa non finirà mai. Da 50 anni, Perini ogni giorno appunta la temperatura minima e massima e le condizioni meteorologiche che si verificano a Conegliano, la città dove abita. Glaciologo e appassionato di natura, ambiente, flora e rocce, Giuseppe Perini quel primo Quaderno prezioso - è stato lui a chiamarlo così e ad apporre l’epiteto sul frontespizio - lo sfoglia anche oggi. Con un sorriso compiaciuto. E‘ il primo quaderno che, accanto a moltissimi altri, ha generato una passione che non accenna a smorzarsi, nemmeno ora che la tecnologia - pensiamo ai dati Arpav - misura sistematicamente precipitazioni e condizioni atmosferiche.
“Quando, da ragazzino, ho iniziato a compilare il primo quaderno - spiega Perini - mi sono sentito investito di un compito che mi rendeva “erede” della passione che lo zio Corino Boreato aveva coltivato prima di me. Corino, che per anni aveva gestito il Rifugio Sant’Osvaldo, aveva annotato in un Bollettino meteorologico del Cansiglio temperature, umidità, condizioni della piana fin dal 1953 (lo farà fino al 1967, quando si trasferirà al Rinforzo a San Floriano). Andando a trovarlo leggevo con interesse quei dati sul tempo e appena la professoressa Molena mi ha dato l’occasione di dedicarmici, ho deciso che lo avrei fatto per sempre.”
I Quaderni preziosi di Perini sono dunque uno strumento straordinario per ricostruire la storia meteorologica di Conegliano e dei comuni vicini. Nel primo quaderno - la grafia è quella di un adolescente - Perini registra ogni giorno la temperatura al mattino, a mezzogiorno e alla sera scrivendo se il tempo è bello, bellissimo, discreto, nuvoloso…se piove, se fiocca…perché nel 1963, a Conegliano, si depositano 30 centimetri di neve. I dati che Perini raccoglie giorno per giorno sono una mappa che orienta nelle variazioni meteorologiche storicamente percepibili. Ed è interessante scoprire se il giorno in cui siamo nati, ci siamo laureati, sposati, siamo diventati genitori…il cielo fosse sereno o in tempesta, quale fosse la temperatura esterna… Scorrendo gli elenchi, ordinati e di facile lettura, si scopre - per esempio - che il primo dicembre 2019 la minima a Conegliano era di 4 gradi, la massima di 7,5, il cielo nuvoloso con qualche goccia di pioggia. Grazie a un pluviometro, Perini col tempo è stato in grado di stabilire anche quanta acqua o neve siano cadute in un determinato giorno, mese, anno. Con l’avvento del computer, oltre ad appuntare sui quaderni i dati atmosferici, Perini li ha digitalizzati e questo gli ha consentito di creare diagrammi e grafici che rivelano quanto sappiamo già: che la temperatura dagli anni Ottanta è inarrestabilmente in aumento, ma anche di scoprire che il problema della siccità che stiamo registrando soprattutto nell’ultimo anno è ciclico. Integrando i dati raccolti personalmente con quelli della scuola enologica Cerletti che aveva iniziato a registrare i dati sulle precipitazioni nel 1878 e sulla temperatura esterna dal 1882, Perini ha stabilito che la siccità ha contraddistinto le nostre zone in misura grave per esempio negli anni Quaranta. “Il periodo - spiega Giuseppe Perini - coincideva con la seconda guerra mondiale e anche a livello di precipitazioni è stato tragico. Ma c’è da dire che allora gli inverni erano molto più freddi, caratterizzati da precipitazioni nevose, e quindi non vi era l’evaporazione che registriamo oggi. Inoltre il consumo di acqua, sia procapite, che per uso industriale, era molto più contenuto di oggi”.
Interessante è anche il Bollettino meteorologico dello zio Corino Boreato dove scopriamo che nel 1952 la prima neve è caduta in Cansiglio il 15 dicembre, che a Natale c’erano -22 gradi e 20 centimetri di neve al suolo, o che il 6 gennaio 1953 c’è stata una forte nevicata con 100 centimetri di neve al suolo, che marzo è stato asciutto e soleggiato tanto far sciogliere sulla piana la neve che si era depositata anche in febbraio, e che la neve è caduta il 4 giugno, per lasciar spazio i giorni seguenti a “tempesta” e pioggia. Altri dati, letti in maniera casuale, riportano giornate ventose a febbraio del 1955 con una temperatura che va 10 a 24 gradi alla sera del 12 febbraio. Nevoso anche il gennaio 1963 con un’alternanza di neve (farinosa, bagnata) - che complessivamente arriva a 70 centimetri - e una temperatura media di -15 gradi il 31 gennaio. I dati di Giuseppe Perini oggi vengono integrati anche da quelli dell’Arpav che a Conegliano ha iniziato a monitorare il meteo sistematicamente dal 1994. Tra curiosità e note sorprendenti, il dato inquietante che emerge dai Quaderni preziosi di Perini - negazionisti, continuate a tenere la testa sotto la sabbia cocente - è che ci stiamo surriscaldando. In modo esponenziale. E - ammettiamo almeno questo - la colpa è nostra.