Il comune di Vittorio Veneto farà causa ad Intesa Sanpaolo per i derivati
Chiederà che i due contratti siano dichiarati nulli
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - Il Comune di Vittorio Veneto farà causa ad Intesa Sanpaolo. La giunta Tonon ha deciso di impugnare i contratti dei due derivati (Interest Rate Swap) siglati nel 2005 (da 12,3 milioni) e nel 2006 (da 2,8 milioni) dall’amministrazione Scottà per costruire le nuove scuole “Sauro” e “Manzoni”.
Prestiti che, da tre anni a questa parte, il Comune è impegnato a restituire e che più volte, nell’ultimo decennio, sono finiti all’attenzione di politici e semplici cittadini, che hanno ravveduto delle criticità. Nel maggio 2016 la giunta Tonon ha sottoposto i due contratti ad una verifica di conformità alla normativa, per capire se il Comune fosse stato svantaggiato dalla banca o ci fossero costi occulti.
E la relazione firmata dallo studio legale Cedrini&Zamagni di Rimini ha evidenziato delle criticità. Nel corso del 2017 Intesa Sanpaolo è stata più volte interpellata per valutare una conciliazione e poi una mediazione davanti alla Camera Arbitrale, ma tutti i tentativi hanno dato esito negativo. Come pure i successivi accordi extragiudiziali.
Da qui, ora, la decisione di avviare una causa civile contro la banca. Nei giorni scorsi, la giunta Tonon ha deliberato di portare la banca in tribunale per chiedere che i due contratti siano dichiarati nulli perché violano “delle norme imperative attuative di principi fondamentali per la tutela del risparmio e per il coordinamento della finanza pubblica”.
Il Comune di Mogliano, che aveva con Intesa Sanpaolo un contratto simile a quello stipulato da Vittorio Veneto, è riuscito a vincere e i giudici hanno dichiarato nullo il contratto e condannato la banca alla restituzione della somma e degli interessi al Comune. «Sussistono quindi tutte le condizioni per avviare una causa civile di merito di primo grado» la conclusione della giunta, che ha così affidato ai legali Matteo Acciari, Federico Gambini e Luca Zamagni l’incarico che, a seconda dell’esito della controversia, avrà un costo che oscillerà tra i 36mila e i 79mila euro.