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22 dicembre 2024

Conegliano

Conegliano, la mostra della discordia finisce sulla stampa nazionale

E anche in consiglio comunale: si infiamma il dibattito politico

| Fabio Zanchetta |

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| Fabio Zanchetta |

Conegliano, la mostra della discordia finisce sulla stampa nazionale

CONEGLIANO - Si è garantito una visibilità oltre le aspettative Tiziano Toscani, l'artista in questi giorni al centro delle polemiche per la mostra sul Terzo Reich in corso all'Oratorio dell'Assunta in piazza Cima a Conegliano.

Quello che era cominciato come un dibattito cittadino sull'opportunità di concedere patrocinio e spazi comunali a un progetto espositivo in cui molti hanno visto ambiguità e assenza di approfondimento critico su un tema molto sensibile – la fascinazione nei confronti di un regime totalitario – ha presto superato i confini provinciali arrivando anche sulla stampa nazionale, con un trafiletto su Repubblica a firma di Paolo Berizzi che racconta dello sconcerto suscitato in città dalla mostra.

Sconcerto che almeno inizialmente sposava la linea della prudenza nelle dichiarazioni rilasciate da personalità politiche e dell'associazionismo: la questione non era certo mettere in dubbio l'antifascismo del sindaco Fabio Chies e della sua giunta, come ha subito sottolineato il presidente dell'Anpi di Conegliano Omar Lapecia Bis, o di invocare la censura dell'artista, quanto di sollevare qualche dubbio sulla gestione degli eventi culturali in città, parsa quantomeno distratta in questo caso.

Col passare delle ore lo scontro politico ha però alzato i toni, e i consiglieri di opposizione più battaglieri, Francesca Di Gaspero di Noi Democratici e Alessandro Bortoluzzi del Gruppo misto, hanno esplicitamente chiesto al sindaco di ritirare il patrocinio del comune alla mostra e eventuali contributi, anche indiretti, concessi all'organizzazione. “Tutti vogliamo credere che nessuno nella giunta Chies abbia simpatie fasciste – spiega Francesca Di Gaspero – il problema che vogliamo sollevare è quello di un errore di valutazione che si è fatto quando è stato richiesto il patrocinio. Bastava fare delle ricerche sull'artista in questione e si sarebbero facilmente trovati alcuni siti web dove sono pubblicate le opere dell'artista, che si dichiarano apertamente antifemministi, anti-LGBT+ ed esprimono ideologie odiose”. Sia Di Gaspero che Bortoluzzi si sono dichiarati contrari alla censura dell'artista, spiegando che l'amministrazione comunale avrebbe dovuto però trovare un'altra soluzione. “La mostra la si poteva fare in un altro luogo, magari di proprietà privata – prosegue Di Gaspero – o comunque l'amministrazione, se voleva proprio concedere i propri spazi, doveva rilasciare delle linee guida che ne spiegassero le ragioni e in qualche modo dimostrassero la distanza da quello che viene rappresentato”.

La questione non si limiterà al dibattito su giornali e social, conclude il consigliere di Noi Democratici, che sta verificando le tempistiche per presentare un atto, interpellanza o mozione, da discutere nel prossimo consiglio comunale: “Il dibattito su fascismo e antifascismo può suonare ormai ridondante, chiederò invece che l'amministrazione si discosti da tutto questo ritirando patrocinio e contributo indiretto erogato, cioè l'uso gratuito della sede espositiva”.



 

 



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