Processo Open Arms, Salvini assolto
Il leader della Lega scagionato dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. La sentenza dopo 8 ore di camera di consiglio
Salvini assolto nel caso Open Arms: "Il fatto non sussiste". Il leader della Lega scagionato dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. La sentenza dopo 8 ore di camera di consiglio.
Colpo di scena nel processo Open Arms: Matteo Salvini è stato assolto con formula piena. Il tribunale di Palermo ha emesso il verdetto dopo una lunga camera di consiglio, scagionando il leader della Lega dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.
La sentenza, pronunciata dalla seconda sezione penale presieduta dal giudice Roberto Murgia, ha stabilito che "il fatto non sussiste". Un esito che ribalta le aspettative dell'accusa, che aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione.
I fatti contestati e il processo
Il caso risale all'agosto 2019, quando Salvini, allora ministro dell'Interno, negò per 19 giorni lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ONG spagnola Open Arms. Secondo l'accusa, il vicepremier avrebbe agito "nell'intenzionale e consapevole spregio delle regole".
Il processo, iniziato il 15 settembre 2021, ha visto svolgersi 24 udienze con 45 testimoni ascoltati. La difesa, guidata dall'avvocato Giulia Bongiorno, ha sempre sostenuto l'innocenza di Salvini, chiedendo l'assoluzione "perché il fatto non sussiste".
Le reazioni
Alla lettura della sentenza era presente anche il procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia. Salvini, che ha sempre rivendicato la correttezza del suo operato, ha commentato: "Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto".
La decisione del tribunale ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo politico. La premier Giorgia Meloni aveva espresso "la solidarietà di tutto il governo" a Salvini prima della sentenza.
Le implicazioni politiche e giuridiche
L'assoluzione di Salvini potrebbe avere ripercussioni significative sul dibattito politico riguardante la gestione dei flussi migratori. Il caso Open Arms era diventato un simbolo dello scontro tra le politiche dei "porti chiusi" e le organizzazioni umanitarie.
La sentenza solleva anche interrogativi sul ruolo e le responsabilità dei ministri nella gestione delle emergenze migratorie, un tema che continua a essere al centro dell'agenda politica italiana ed europea.
Il verdetto di Palermo segna un punto di svolta in una vicenda giudiziaria e politica che ha tenuto banco per anni, riaffermando l'importanza di un'attenta valutazione dei fatti nel contesto delle complesse dinamiche dell'immigrazione nel Mediterraneo.