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22 novembre 2024

Conegliano

''Il Consorzio di Tutela Conegliano-Valdobbiadene Prosecco tuteli il nostro nome. Siamo pronti a chiedere i danni''

I produttori della DOCG scrivono al Presidente della Regione Luca Zaia, Consorzio Docg, Associazione Unesco e Trenitalia

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

''Il Consorzio di Tutela Conegliano-Valdobbiadene Prosecco tuteli il nostro nome. Siamo pronti a chiedere i danni''

CONEGLIANO - È una vera e propria rivolta quella che sta avvenendo nella Zona storica del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco DOCG, dopo l’avvio dell’iniziativa Trenitalia/Mom che vede correre per le colline del Conegliano Valdobbiadene gli autobus rossi denominati Prosecco Hills Link e dopo l’inaugurazione del Cammino delle Colline del Prosecco, situazioni che hanno letteralmente fatto infuriare Viticoltori, Aziende Agricole e i Big della Conegliano-Valdobbiadene. Sotto accusa non è il Cammino promosso dall'Associazione Unesco che ha sede in Villa dei Cedri a Valdobbiadene, bensì il fatto di trovarsi nuovamente di fronte ad una comunicazione appiattita, generalista e fuorviante con il nome scelto per la cartellonistica.

Il messaggio che passa attraverso le Corriere e i cartelli del Cammino - spiegano i promotori della protesta - è da ritenersi illegittimo perché giocando sull’equivoco, fa percepire al turista in visita di trovarsi nella denominazione Prosecco DOC. Che le Colline UNESCO facciano gola, e probabilmente provochino invidia, è risaputo; tuttavia parliamo di un territorio plasmato dalla fatica dell’uomo, di un saper fare che è prezioso valore aggiunto e che rappresenta l’essenza stessa di un prodotto che dallo stesso territorio nasce, il quale non può e non deve essere confuso… soprattutto quando si parla di comunicazione del territorio nel territorio stesso.

Il problema non è nuovo. Già a giugno dell'anno scorso una cinquantina di cantine della Denominazione aveva indirizzato al CDA del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG una lettera in cui chiedeva “una revisione urgente e indifferibile della strategia di marketing”, sollecitando di spostare “il focus sulle differenze che sostengono il valore aggiunto del nostro territorio e dei nostri vini” e ricordando fermamente che “il Consorzio ha il dovere di monitorare ed impedire l’uso improprio e superficiale del nome prosecco coerentemente con la legislazione vigente”. Ad un anno di distanza dalla riunione con i produttori a Col San Martino, e nonostante le rassicurazioni verbali della Presidente Elvira Bortolomiol e del direttore Diego Tomasi alle domande ben precise a loro sottoposte, i proponenti della missiva non hanno riscontrato cambi di rotta – anzi hanno visto un peggioramento, vedendo usare nome ed immagine della denominazione e del suo territorio sempre più fuori dai ranghi della legalità: “La situazione non è più accettabile - affermano con forza le centosessanta aziende della DOCG operanti nella Conegliano Valdobbiadene - e pretendiamo che il nome scritto nelle corriere venga cambiato in Conegliano Valdobbiadene Prosecco Hills e il nome del cammino in Il Cammino delle Colline del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco, unico nome che possa veramente trasmettere al turista in arrivo una comunicazione corretta e quindi non ingannevole”.

‘’All’inaugurazione del percorso il Consorzio ha portato la bottiglia istituzionale con l’aggiunta del bollino con il logo del Cammino, e riportava contemporaneamente i nomi delle due denominazioni Docg e Doc. Perché il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ha permesso o addirittura voluto tutto ciò? Questi sono tutti messaggi ingannevoli!’’ “Le Colline del Prosecco'' così come viene identificata la DOCG, brandizzato e diffuso ormai su larga scala tra Lonely Planet, Depliant del Cammino e comunicazione di Consorzio e Associazione Unesco, è un nome totalmente illegale che, confondendo il consumatore, danneggia il lavoro di tante aziende che hanno investito le risorse di intere generazioni per distinguere il loro vino sul mercato nazionale e internazionale. Appaiono allora poco rassicuranti per i viticoltori e produttori storici della Denominazione le parole sin qui udite dal CDA del Consorzio di Tutela, o i suoi silenzi, Consorzio che pare non essere impegnato e concentrato su quello che dovrebbe essere il suo impegno primario, come da statuto.

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Gianandrea Rorato

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