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18 ottobre 2024

Vittorio Veneto

Cordignano, quarant’anni di karate

Grande festa il 9 settembre

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

karate cordignano

CORDIGNANO - C’erano solo il calcio e la danza. Poi è arrivato il karate e fin dal principio è stato un inaspettato successo. Sono trascorsi quarant’anni dalla fondazione del Karate Club Cordignano, tra le più longeve scuole di quest’arte marziale, qui insegnata e praticata nello stile shito-ryu.

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Fondata dal maestro Costantino Da Ros, tuttora al timone sportivo del club, dal 1983 ad oggi la scuola ha visto migliaia di ragazzi, giovani ed adulti avvicinarsi al karate, praticarlo, appassionarsi ed arrivare anche ad importanti risultati sportivi a livello agonistico, centrando titoli nazionali, europei e mondiali. Sabato 9 settembre una festa a Cordignano, negli spazi della Pro San Rocco, celebrerà questo traguardo con allievi ed ex allievi, con i presidenti che si sono succeduti dal 1983 ad oggi, con l’amministrazione comunale e la comunità.

 

Maestro Da Ros, come nasce il Karate Club Cordignano?

«Era il 1983. Sindaco di Cordignano era Emidio Chiaradia e fu lui il promotore di una scuola di karate. Ci conoscevamo. Io ero già cintura nera di karate, anche se allora non avevo ancora il brevetto di insegnante. All’epoca a Cordignano non c’era molta scelta per i ragazzi che volevano praticare uno sport: c’era il calcio per i maschi, la danza per le bambine. È stata quindi una sfida. Garantito dal maestro Giancarlo Bianconi, ho accolto l’invito del sindaco ed ho aperto una palestra in cui insegnare karate. E il riscontro è stato bellissimo: 130 iscritti, dai 6 ai 50 anni. Il karate, come sport completo, ha avuto subito successo. Abbiamo iniziato nella palestra della scuola media di Cordignano; poi, una ventina di anni fa, il comune ci ha assegnato lo stabile delle ex scuole professionali di via Garibaldi, dove tutt’ora ha sede il club, che abbiamo risanato e trasformato nella nostra palestra».

 

130 iscritti come partenza non sono pochi…Si aspettava, fin da subito, un simile riscontro?

«No, è stato inaspettato. Non era prevedibile che così tante persone si iscrivessero alla nostra scuola. E nel tempo, grazie anche al passaparola e agli amici, il Karate Club Cordignano è cresciuto. In palestra ho sempre fatto, prima delle lezioni di karate, un’ora di preparazione atletica, quindi vi hanno aderito anche persone che praticano altri sport, come ciclismo, arrampicata o che vanno a camminare in montagna. Una scelta che è stata sempre apprezzata. Dopo l’ora di preparazione atletica, per chi vuole si prosegue con le lezioni di karate».

 

E lei, come si è avvicinato al karate?

«Da ragazzo sono partito con la voglia di fare pugilato, ma l’ho praticato poco, perché a seguito di un incidente in motocross sono caduto malamente danneggiandomi mandibola e denti, traumi che per chi pratica pugilato bloccano ogni speranza di fare carriera. Ho quindi optato per il karate. Avevo 19 anni. Poi mi sono dovuto fermare durante il servizio militare. Quindi ho ripreso sempre nella scuola di Vittorio Veneto, una delle poche attive all’epoca in provincia. Sono diventato agonista, allenandomi a Pordenone e a Treviso con il mio maestro Bianconi. Ora, a 66 anni, continua ad insegnare, ma presto cederò il testimone».

 

Che sport è il karate?

«Uno sport povero, che non ha sponsorizzazioni e quindi l’interesse mediatico non è notevole. Noi non facciamo un campionato come per il calcio, la pallavolo o il basket, ma gare che scandiscono tutto l’anno. Ciascuna federazione organizza delle gare: a differenza di altri sport, nel karate esistono varie federazioni a livello italiano, di cui le tre principali sono la Fijlkam, la Fik e la Fesik, federazione questa a cui è affiliato il Karate Club Cordignano. Il brutto di questo sport è che è tutto frazionato e difficilmente si riesce a mettere d’accordo le varie federazioni. Ci vorrebbe un ministero dello sport che tutelasse di più gli sport minori».

 

Di ragazzi e giovani ne ha allenati tanti in questi quarant’anni…

«Sì, moltissimi, migliaia. Ho avuto la fortuna di allenare dei ragazzi che hanno vinto gare prestigiose, campionati italiani, europei e del mondo. Da atleta personalmente non sono riuscito, per vari motivi tra cui un incidente, a dimostrare tutta la mia bravura. Vedere i risultati di questi ragazzi e condividerli con loro mi ha appagato molto. Ora sto preparando quattro ragazzi del nostro club che a metà luglio sono stati convocati ai mondiali in Scozia con la nazionale Fesik».

 

Tutti possono praticare karate?

«Certo. Il nostro è anche uno sport che costa poco. Quale dotazione, è sufficiente acquistare la divisa, il karategi, una spesa che si aggira sui 40 euro. Il costo di un corso al mese viaggia sui 50 euro. Uno sport adatto a tutti: anche i ragazzi con difficoltà di coordinamento motorio possono praticarlo: proprio perché è uno sport ripetitivo che si basa sul coordinamento di braccia e gambe li aiuta a migliorare il loro coordinamento motorio e ad avere maggiore stabilità».

 

Non solo karate: insegnate anche il jiu-jitsu, altra arte marziale giapponese…

«Sì, da oltre 20 anni anche questa disciplina, un mix tra judo e karate, è diventa una realtà del nostro club sotto la guida del maestro Luca Donazzon, cintura nera quinto dan di jiu-jitsu. Ho voluto inserire questa disciplina, che è una difesa personale, perché è una maturazione che l’atleta di karate può fare. Con il comune organizziamo periodicamente corsi di difesa personale basati sul jiu-jitsu».

 

Un traguardo da festeggiare per guardare indietro ma anche davanti: progetti?

«Gli anni ormai trascorsi dicono tutto e personalmente è una vita che faccio karate… Il 9 settembre ci ritroveremo negli spazi della Pro San Rocco: sono attese 200 persone, tra atleti, vecchie glorie, autorità, gli ex presidenti del club, perché in questi 40 anni se ne sono succeduti sei, oltre all’attuale presidente che è Alessandro Michielin, che è anche presidente triveneto Fesik: onoreremo tutti i risultati».

 

 


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