Costi quadruplicati per gli asili nido e ora le famiglie sono in difficoltà
Le nuove disposizioni anti-Coronavirus impongono una maestra ogni 5 bambini
PIEVE DI SOLIGO / VALDOBBIADENE - Nell’estate del Covid-19, le rette di asili nido e scuole materne della Marca diventano un salasso: fino a oltre 600 euro mensili. Contenuti invece i costi per i centri estivi per i ragazzi di elementari e medie: a incidere nella lievitazione dei prezzi il rapporto operatore/bambino (1/5) raccomandato dal Ministero per la fascia di età da 0 a 5 anni, che ha implicato l’assunzione di maggior personale. Mentre in tutta Italia i dati sui contagi da Covid-19 sono sempre più in diminuzione, un’impennata la stanno facendo registrare i costi di esercizio, che si riversano con i relativi malumori sulle famiglie, a carico di asili nido e scuole materne sulla relativa offerta per i centri estivi per bambini. “Per 6 settimane di attività a Soligo, presso l’asilo parrocchiale “C.Brandolini” - racconta una mamma - ci sono stati richiesti 720 euro (120 euro settimanali di media): una cifra che in molti non si possono permettere. La cosa triste è che questo avvenga proprio in un periodo molto delicato, in cui i nostri bimbi hanno la necessità di stare assieme ai propri coetanei e confrontarsi tra loro”.
E non si tratta questa dell’unica segnalazione pervenuta. In diverse aree del Quartier del Piave, i corsi estivi organizzati per la fascia dell’infanzia variano dai 90 euro a settimana in quel di Tarzo (per mezza giornata), fino ai 160 di Santa Maria di Feletto con orario dalle 8.30 alle 15.30. Cifre considerevoli se raffrontate sulle 4 settimane, che richiedono enormi sacrifici alle tasche delle famiglie, specie se con più figli o in cui entrambi i genitori lavorano. Non va tralasciata inoltre l’importanza, soprattutto nel post lockdown, di poter socializzare per i bambini in una fascia d'età così delicata, del poter giocare e svolgere attività ricreative in compagnia dopo aver trascorso così tanto tempo rinchiusi tra le mura di casa. “Ho notato come mia figlia - racconta un altro genitore - sia regredita durante il lockdown. I centri estivi, specialmente quest’anno, ricoprono un ruolo fondamentale per il bene dei nostri figli e non è giusto diventino attività disponibile solo per chi ne ha la possibilità economica”. È vero che le famiglie possono richiedere il bonus baby sitter fino a 1200 euro, ma va detto anche che le pratiche per l’ottenimento, spesso non sono così fluide: motivo per cui i rincari sono al centro delle polemiche.
“Capisco bene le difficoltà in essere - spiega don Brunone De Toffol, parroco di Farra di Soligo - L'anno scorso la tariffa mensile era di 160 euro, ma i costi ora sono quadruplicati anche per noi. La gestione con un massimo di una maestra ogni 5 bambini e le disposizioni da far rispettare, stanno comportando complicanze e mole di lavoro non da poco. Abbiamo deciso comunque di fornire questo servizio a cui, purtroppo hanno aderito solo 12 bambini. Speriamo che la situazione migliori, altrimenti a settembre saremo costretti a valutare il da farsi: così è insostenibile” conclude il parroco. E poi ci sono altri asili, come “Il trenino” di Valdobbiadene, gestito dall’IPAB Istituto Zanadio Salomoni, o il "Brandolini" (omonimo del Solighese) di Cison di Valmarino, che hanno deciso di non organizzare alcun centro estivo proprio perché i costi da sostenere, e le conseguenti rette da chiedere ai genitori, erano talmente alte da portare alla decisione di alzare bandiera bianca.
Riccardo Mazzero