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15 maggio 2024

Treviso

Dal turismo al commercio, nella Marca 15mila imprese non usano internet

"Manca la cultura digitale, occorre un cambio di passo"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Dal turismo al commercio, nella Marca 15mila imprese non usano internet

TREVISO - Nel dna delle piccole e medie imprese trevigiane non c’è la cultura digitale. Sono 15 mila le imprese del terziario della Marca che ancora non usano internet in nessun modo. E’ questo emerso dall’ultima indagine condotta da EBiComLab e illustrata da Alessandro Minello, svolta tramite un campione di 425 soggetti, di cui 79,1% microimprese (79,1%) in attività da più di 10 anni (72,4%), suddivise nei settori del commercio 49,4%, del turismo 27,1% e dei servizi 23,5%, comprendendo una serie diversificata di categorie merceologiche: dall’alimentare, al comparto moda-fashion, alla cultura e intrattenimento, ai servizi alla persona e alla logistica. L’obiettivo è stato quello di “misurare”, qualitativamente, l’attuale livello di digitalizzazione delle imprese terziarie, la propensione di ciascuna all’introduzione di nuove tecnologie e il loro grado di integrazione nei processi aziendali.

“Di fatto - commenta Alessandro Minello, autore della ricerca e coordinatore di EBiComLab - stiamo assistendo ad una digitalizzazione light, anche se le aziende intervistate sono connesse non solo per necessità, ma anche per convinzione. La percentuale di fatturato collegata al digitale è ancora piuttosto bassa e per questo motivo, in futuro, serviranno investimenti in infrastrutture e nuove forme di accompagnamento”.

“Appaiono ampi margini di miglioramento soprattutto in commercio e turismo, anche se possiamo dire che abbiamo un 60% di aziende “connesse” - commenta il presidente di EBiCom Adriano Bordignon. Dalla crisi globale è nato un mondo di nuove possibilità. Nell'affrontare le sfide, le Organizzazioni si sono già trasformate, ma serve un passo in più che consenta una maggiore competitività e sostenibilità. “Siamo chiamati ad un grande lavoro sul profilo dei “prudenti” che coinvolge più della metà delle imprese indagate. Servono perciò, strumenti di capacitazione delle imprese per metterle nelle condizioni di operare scelte appropriate e tempestive, ma anche risorse per facilitare investimenti in innovazione tecnologica”.

 


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