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Benessere

Diabete, firmato Action paper su percorso cure equo, sostenibile e tempestivo.

| AdnKronos |

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Diabete, firmato Action paper su percorso cure equo, sostenibile e tempestivo.

Roma, 20 nov. (Adnkronos Salute) - E' stato siglato in Senato un 'Action Paper per la gestione ottimale della malattia diabetica' e garantire un accesso equo, tempestivo e sostenibile alle nuove tecnologie. La firma è avvenuta ieri, in chiusura dell'evento 'Il monitoraggio interstiziale del glucosio: il coordinamento multilivello per garantire un accesso equo a tutti i pazienti', che si è svolto su invito della senatrice Tilde Minasi, membro della Commissione Affari sociali del Senato della Repubblica, a cui hanno partecipato istituzioni, esperti, società scientifiche e associazioni pazienti di diverse regioni italiane, e che è stato realizzato con il contributo non condizionante di Roche.

L'innovazione - si legge in una nota - consente di rispondere in maniera efficace e personalizzata alle esigenze terapeutiche migliorando la qualità di vita delle persone con diabete, ma ad oggi l'offerta è disomogenea nelle regioni italiane e in tante non è ancora possibile avere accesso alle tecnologie più avanzate. Il documento, una 'call to action', contiene le azioni concrete per ridefinire e migliorare la presa in carico delle persone con diabete, definendo policy che consentano alla pluralità delle soluzioni, presenti e future, di essere messe rapidamente a disposizione delle persone con diabete e dei clinici in modo equo e sostenibile, superando le barriere nazionali e regionali ancora esistenti. Particolare attenzione - secondo i firmatari del documento - vanno riservati a: un celere e costante aggiornamento delle Linee di indirizzo regionali per la prescrizione dei dispositivi prima della pubblicazione delle gare di acquisto riferibili a nuove tecnologie; una strutturazione di modelli di procurement innovativi, definiti in base a una programmazione sanitaria corretta e allineata al fabbisogno, volta ad assicurare, a persone con diabete, un accesso ampio ed equo alle soluzioni di monitoraggio, incluse le tecnologie più recenti messe a disposizione dall’industria, lasciando al clinico la decisione di quale sia il device migliore in ottica di appropriatezza prescrittiva e personalizzazione della terapia.

Inoltre: rappresentanza costante di associazioni pazienti e società scientifiche in tavoli tecnici virtuosi al fianco delle istituzioni regionali e nazionali, affinché sostengano con le proprie competenze tecniche, esperienze e professionalità non solo la fase di programmazione sanitaria, ma tutto il percorso di gestione integrata della patologia volto a migliorare la qualità di vita di ogni persona con diabete; percorsi di formazione dedicati alle associazioni pazienti che favoriscano l'approfondimento di tematiche tecniche e l'adozione di linguaggi comuni, rafforzando la prospettiva delle persone con diabete nei tavoli di lavoro chiave al fianco delle istituzioni. E infine: l'ampliamento dei centri prescrittori di device costo-efficaci nelle regioni e la realizzazione di condizioni di equità di accesso su base nazionale, affinché ogni persona con diabete, da Nord a Sud, possa avere accesso a modelli di cura e gestione della patologia sempre più personalizzati, equi e sostenibili.

In Italia, secondo i dati Istat, circa 3,9 milioni persone hanno dichiarato di avere il diabete, nel 2023, ovvero il 6,6% della popolazione. Tale percentuale, secondo proiezioni future, potrebbe arrivare fino al 10% nel 2040, con un conseguente aumento dei costi diretti e indiretti legati alla malattia e un possibile aumento anche delle comorbidità collegate. Il diabete, infatti, richiede un monitoraggio costante e, se non adeguatamente controllato, può causare complicanze a lungo termine come retinopatia, patologie renali e cardiovascolari, a cui si aggiunge un forte impatto psicologico ed emotivo sul benessere e sulla sua qualità di vita.

"Poco più di un anno fa - afferma l'onorevole Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati, nel video di saluti iniziali - vedeva la luce la legge 130/2023 che dispone il monitoraggio e lo screening su base nazionale di tutta la popolazione pediatrica per rilevare gli anticorpi di diabete tipo 1 e celiachia. Un passo fondamentale di prevenzione. A distanza di un anno abbiamo dei dati che sono drammatici: da un lato e dall'altro testimoniano la bontà della legge, perché la percentuale di chi è predisposto al diabete di tipo 1 è quasi di 3-4 volte superiore rispetto" ai valori normalmente osservati. "Oggi è fondamentale seguire persone e bambini predisposti al diabete di tipo 1, e quindi avere un monitoraggio continuo di ciò che accade con il glucosio e di tutto ciò che riguarda l'evoluzione del diabete di tipo 1, così da avere un follow-up continuo rispetto le condizioni di queste persone. Ed è soltanto con l'applicazione di dispositivi medici che possano rilevare e riportare, nel tempo, questi dati che raggiungeremo il risultato ed è quello che abbiamo iniziato a fare con chi è stato già rilevato positivo nel primo screening pilota".

Il diabete, "oltre alle ripercussioni sulla salute individuale - osserva la senatrice Minasi - comporta significativi oneri economici per il sistema sanitario nazionale e la società. Il suo costante aumento sottolinea la necessità di interventi tempestivi e mirati. Si stima che una persona con diabete comporti costi associati alla presa in carico pari a circa 3.500 euro all'anno, ovvero 14 miliardi di euro totali. Di queste risorse, il 50% è da riferire ai ricoveri ospedalieri, in quanto il vero impatto in termini di salute e di costi è legato, per il 90%, alle comorbidità spesso presenti nelle persone con diabete. Basti pensare - precisa - che solo per le ipoglicemie severe, che spesso richiedono l'accesso al pronto soccorso, vengono spesi oltre 50 milioni annualmente in Italia. A fronte di questi dati, è evidente come il diabete e la sua corretta gestione rappresentino una priorità di salute pubblica alle quali è mandatorio rispondere tempestivamente e in maniera appropriata".

Come sottolinea il presidente nazionale Associazione medici diabetologi, Riccardo Candido: "Avere un buon controllo glicemico equivale a una riduzione di ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso e alla prevenzione delle complicanze a lungo termine, per questo negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sullo sviluppo di dispositivi per il monitoraggio in continuo della glicemia in grado di prevenirne i pericolosi sbalzi. Oggi la presa in cura della persona con diabete è migliorata significativamente grazie ai numerosi device per il monitoraggio che abbiamo a disposizione, strumenti costo-efficaci sempre più vicini ai bisogni quotidiani delle persone con diabete e fondamentali per personalizzare la terapia, ma questo non basta. E' fondamentale che la tecnologia sia resa accessibile in modo omogeneo a livello nazionale e che ogni paziente sia educato al suo corretto utilizzo, così da poter sfruttare a pieno tutti i benefici dell'innovazione per migliorare la propria condizione clinica e psicologica".

Del resto "avere il diabete in una regione italiana piuttosto che in un'altra non è la stessa cosa - rimarca Stefano Nervo, presidente Diabete Italia - Purtroppo viviamo in un Paese con 21 sistemi sanitari regionali, e tutti con un approccio diverso nella presa in carico del paziente, sistema di approvvigionamento e modalità di distribuzione di farmaci e device. Risiedere in posti diversi significa avere una possibilità di curarsi differente, e le linee guida nazionali e regionali non sono al passo con le ultime innovazioni tecnologiche disponibili e soprattutto non sono allineate alla convergenza delle categorie già presente nelle Linee guida. Oggi è fondamentale che le istituzioni definiscano soluzioni per consentire che tutte le innovazioni presenti e future possano essere messe rapidamente a disposizione di pazienti e clinici, così da garantire alle persone con diabete di stare al passo con i progressi della tecnologia e poter scegliere liberamente, insieme con il proprio medico, gli strumenti e i dispositivi più idonei per la gestione della propria malattia. Ciò è possibile - conclude - solo se ogni Regione sarà in grado di creare gare aperte e multi lotto con particolare attenzione anche all'aggiornamento tecnologico".

 



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