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19 marzo 2024

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Edoardo, da Ostia a Treviso per inseguire un sogno

Nella terra di mamma Antonella, tifosa della Sisley Treviso

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Edoardo Murabito

TREVISO - A volte, nella vita, succede che per inseguire un sogno si facciano delle scelte che sono fuori da quella che sembra essere la strada tracciata per noi e a volte, grazie a tanta volontà e all’aiuto di persone che si rivelano preziose, si riesce ad avvicinarsi a quel sogno. Per Edoardo Murabito, centrale classe 2004 di Volley Treviso, è stato un po’ così nel momento in cui, due anni fa, ha deciso di partire da Ostia, dov’è nato e cresciuto, per fare un provino a Treviso e tentare di entrare nell’U19 orogranata. Ma dietro a quella scelta c’è molto di più, una storia che parte da lontano, quando i suoi genitori Antonella, rappresentante, e Davide, pilota di aerei di linea, si sono conosciuti: “Mia mamma è trevigiana, è nata e ha vissuto qui fino a quando ha conosciuto papà, che era a Istrana per il servizio militare – racconta Edoardo – Da giovane ha giocato a pallavolo, è arrivata fino alla serie C, ed era una grande appassionata della Sisley Treviso. Quando ha conosciuto mio padre e si sono sposati, si è trasferita con lui a Ostia, ma qui c’è ancora parte della sua famiglia. È stata lei a trasmettermi la passione per il volley: fosse stato per me avrei giocato a calcio”.

La mamma ci aveva già visto lungo e a 10 anni ‘Mura’ ha iniziato a giocare a pallavolo a Ostia, nel Santa Monica, dove ha mosso i primi passi e imparato le basi; nel 2020 è passato alla Fenice di Roma, dove è arrivato a partecipare alla sua prima finale nazionale: “Lì ho fatto un primo step: allenamento coi pesi, campionato di serie C, ho iniziato a fare le cose più seriamente insomma. Ogni giorno i miei mi portavano a Roma, affrontando un’ora e un quarto di Raccordo Anulare all’andata e altrettanto al ritorno, rimanendo poi ad aspettare lì tutto il tempo dell’allenamento. Non finirò mai di ringraziarli”. Ma mamma Antonella aveva in mente un ulteriore step e, memore dell’ambiente che si respirava a Treviso, ha proposto a Edoardo di provare lì: “Tramite Luca, ex tifoso Sisley, è riuscita a farmi fare un provino. Dopo le finali nazionali 2021 sono salito per fare un allenamento e alla fine Michele (Zanin, ndr) mi ha detto che mi avrebbero preso. Non potevo crederci. Ora però si poneva il problema di vitto e alloggio”. Se in questa stagione Edoardo soggiorna in foresteria alla Ghirada, infatti, in quella precedente ciò non era possibile, ma un aiuto è arrivato da degli amici di lunga data: “Dopo il provino siamo stati a trovare qui a Treviso Elena, una grande amica di mio padre. Lei e la famiglia si sono proposti di ospitarmi e così ho potuto iniziare l’avventura: sono davvero in debito con loro”.

Lasciati i genitori e la sorella più grande Caterina, l’ambientamento nella Marca, per un ragazzo dal carattere aperto e solare come Mura, non è stato un problema. Oltre agli amici di famiglia, ci ha pensato la “family” di Volley Treviso a farlo sentire a casa: “Arrivare a giocare ad alto livello è diventato il mio obiettivo da quando ho iniziato a giocare: quando mi cimento in qualcosa voglio fare il mio meglio, mi ci impegno al mille per mille e odio perdere. Venire qui aveva un significato preciso per me: non si viene qui per fare le cose a metà, ma per arrivare a esprimere tutto il proprio potenziale, farsi valere e vincere. Ci si allena tanto, lo staff mi ha aiutato a migliorare dal punto di vista tecnico ovviamente, ma anche nella sicurezza in me stesso”. In campo, Mura è uno di quelli che tiene alto l’entusiasmo, a partire dalle volte in cui dall’alto dei suoi 205 cm riesce a ‘bloccare’ gli avversari a muro: “Quando faccio punto cerco di gasarmi ancora di più per farne altri e per gratificare i miei compagni. Una squadra deve mostrarsi agguerrita. Personalmente mi piace proprio la sfida con l’avversario, lo faccio anche in allenamento. Con Hristo (Hristov, ndr) in particolare lo faccio sempre, lui se la prende con poco e stuzzicandolo lo preparo ai match”. Mentre gioca è uno dei più concentrati e, anche mentre è in panchina per il libero, non gli sfugge niente: “Credo che non si possa mai mollare un attimo, recuperare la concentrazione quando la si è persa richiede più tempo”.

Anche se da qualche partita non è in rosa per qualche problema fisico, con lui in campo è iniziato il periodo positivo nel campionato di serie B: “Dopo le brutte prestazioni di dicembre ci siamo chiusi in spogliatoio a confrontarci, non potevamo andare avanti così. Ci siamo detti tutti che avremmo dovuto darci degli obiettivi, aiutarci l’un altro e provare un po’ alla volta a ribaltare la situazione. Finalmente abbiamo preso costanza in allenamento e i risultati in partita sono arrivati. È come se avessimo iniziato un secondo campionato”.
Anche da fuori, non fa mancare il suo sostegno alla squadra, con la sua irresistibile simpatia e il suo accento romano: “Sono fatto così, mi piace legare con tutti. Con chi ho legato di più? Nessuno in particolare, sto davvero bene con tutti. Diciamo che da centrale l’anno scorso sono stato aiutato di più da Pegoraro e De Col, che avevano più esperienza; quest’anno, con Filippelli, abbiamo cercato di fare lo stesso coi centrali di un anno più giovani”.
In questi due anni a Treviso Edoardo ha trovato anche una persona speciale: “Si chiama Aurora, l’ho conosciuta l’anno scorso uscendo con i miei compagni. Mi dà un grandissimo sostegno quando sono giù, mi fa stare bene e riesce a farmi dare il meglio”.

 

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