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27 aprile 2024

Oderzo Motta

Esposto per la prima volta l'Apollo di Oderzo

Prorogata la mostra "L'anima delle Cose" sulla necropoli romana di Opitergium

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Esposto per la prima volta l'Apollo di Oderzo

ODERZO - La giovane Phoebe, la fanciulla romana raffigurata nell'importante stele funeraria esposta in mostra, e gli altri abitanti dell'antica Opitergium sono pronti ad accogliere i visitatori fino al 31 ottobre 2021.

Considerate le reiterate chiusure e le difficoltà di visita che si sono susseguite nei mesi passati, legate all'emergenza sanitaria, Oderzo Cultura ha dunque deciso di prorogare l'esposizione inaugurata lo scorso anno e allestita nelle sale di Palazzo Foscolo e del Museo Archeologico, al momento vistabile nei giorni di venerdì, sabato e domenica

Un evento troppo importante dal punto di vista scientifico e divulgativo per non garantire, ancora per alcuni mesi, la sua visita con la possibilità dunque per il pubblico e gli studenti di ripercorre sei secoli di storia dell'antico centro romano, dal I al VI secolo d.C , attraverso le testimonianze di oltre 50 tra i più significativi corredi rivenuti in oltre trent'anni di scavi, nella necropoli dell'antica Opitergium.

L'obiettivo è anche non disperdere le energie rimesse in campo per valorizzare e far conoscere al pubblico e agli stessi cittadini un patrimonio di grande valore - testimonianza di vita e morte di uno dei più importanti centri della romanità nel Nord Italia - attraverso un'esposizione che per significato e qualità ha richiamato anche il forte interesse della stampa specialistica che ha dedicato numerosi approfondimenti all'iniziativa. Non solo: la mostra "L'Anima delle cose. Riti e corredi dalla necropoli romana di Opitergium", promossa e organizzata da Oderzo Cultura in collaborazione con il Polo Museale del Veneto e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l'area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, diventa anche l'occasione per un ulteriore arricchimento dal punto di vista scientifico e culturale.

Da un lato infatti Oderzo Cultura promuove il prossimo 25 maggio - online - una giornata di studi sulla tematica dell'esposizione: appuntamento di grande interesse per la partecipazione di autorevoli studiosi italiani ed esteri.

Dall'altro, il segnale di ripartenza si rafforza ulteriormente con l'annuncio da parte di Oderzo Cultura e della Soprintendenza competente, dell'arrivo nelle collezioni museali opitergine di un reperto di grande forza espressiva, rinvenuto nel 1984 nel settore urbano nord orientale dell'antica Oderzo, tra i ritrovamenti di strutture abitative.

La statuetta del I secolo d.C raffigurante Apollo ignudo, alta circa 21 cm. in bronzo a fusione piena, gli occhi ageminati in argento, è uno dei più importanti reperti dello scavo condotto in quell'area.

Dal 28 maggio, l' Apollo di Oderzo, questa mirabile piccola scultura, restaurata e studiata dagli specialisti della Soprintendenza sarà per la prima volta visibile al pubblico, arricchendo in maniera permanente le collezioni del Polo Museale di Oderzo Cultura.

Di gusto classicista, l'Apollo, con i capelli divisi da una scriminatura centrale, racchiusi sulla nuca e trattenuti da una tenia, ha la gamba sinistra flessa. Il braccio sinistro è piegato e proteso in avanti, la mano è racchiusa nell'atto di stringere l'arco, di cui resta un frammento. Il braccio destro è abbassato e probabilmente stringeva una freccia.

L'ANIMA DELLE COSE

La mostra, realizzata da Oderzo Cultura con un comitato scientifico composto dai funzionari della Soprintendenza che hanno coordinato e sovrainteso alle diverse campagne di scavo - Marianna Bressan, Annamaria Larese, Margherita Tirelli e Maria Cristina Vallicelli - e da Marta Mascardi Conservatore del Museo archeologico di Oderzo Cultura, tornerà ad essere dunque un'eccezionale occasione per scoprire da vicino le testimonianze di oltre 50 tra i più belli e significativi corredi dei 94 studiati per l'occasione (di cui dà invece conto il prezioso catalogo Edizioni Ca' Foscari) rinvenuti in oltre trent'anni di scavi nella necropoli dell'antica Opitergium.

Corredi per lo più inediti ed esposti insieme per la prima volta in questa significativa occasione. Sei secoli di storia, dal I al VI secolo d.C. e reperti che durante questi mesi di quarantena non hanno mai smesso secoli di coinvolgere il pubblico di appassionati con racconti e curiosità sulla vita di Opitergium e i suoi abitanti, grazie all'intesa attività sui profili social promossa da Oderzo Cultura.

L 'importante passato della città si rivela infatti attraverso le testimonianze degli uomini e delle donne che hanno abitato questa terre, in un dialogo tra passato e presente.

Un viaggio attraverso gli oggetti riemersi dalla città dei morti per riscoprire il mondo dei vivi dell'antica Oderzo e dei suoi abitanti , come la giovane fanciulla romana Phoebe, con la stele a lei dedicata risalente al I secolo d.C, o un bimbo con i suoi giochi infantili e il suo cavallino in terracotta dotato anche di ruote per il traino: eccezionale reperto rinvenuto in una tomba di fine II-III secolo d.C .

Il convegno del 25 maggio costituisce anche l'occasione per Oderzo Cultura per ricordare con stima e affetto l'archeologa Annamaria Larese recentemente scomparsa, direttrice regionale del Museo Archeologico Nazionale di Venezia e del Museo Nazionale Concordiese Portogruaro e area archeologica di Concordia Sagittaria, che tanto ha contribuito allo studio e alla conoscenza della necropoli opitergina, membro del comitato scientifico della mostra.

 


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