Farra, per rispettare la volontà di suo padre, lascia aperta a tutti una casetta in collina. Ma c'è chi si comporta male
"Non è un posto per fare baldoria, è un luogo contemplativo e deve rimanere tale"
| Tiziana Benincà |
FARRA DI SOLIGO - Si parla molto di patrimonio Unesco e delle passeggiate sulle colline di Conegliano – Valdobbiadene, ma bisogna ricordare che Unesco significa avere un maggiore rispetto e consapevolezza per il territorio che ci circonda. In questo senso è nato un appello da parte di un proprietario di una casera in zona Farra di Soligo, che volontariamente tiene la casetta aperta “perché mio papà, che quasi tutto da solo negli anni ha portato e ricostruito lassù a mano, voleva così, come nei bivacchi da montanaro quale lui è stato” così scrive nei social il figlio Marco.
“Mio padre è mancato 4 anni fa e noi abbiamo tutte le intenzioni di mantenere le sue volontà. Questa casa è legata a lui, che l’ha comprata negli anni ’90 e l’ha completamente restaurata. Ci fa piacere se qualcuno sale, si ferma, apprezza la pace del bosco leggendo un libro, ma il rispetto delle cose e delle persone deve rimanere” commenta Marco “purtroppo a volte mi è capitato di trovare delle comitive che hanno aperto tutto, acceso il fuoco, lasciato rifiuti e questo non posso proprio tollerarlo. Non è un posto per fare baldoria, per accogliere decine di persone. È un luogo contemplativo che deve rimanere tale. Oggi sono io e alcuni amici di mio papà che provvediamo alla manutenzione del luogo e vogliamo che resti così: genuino, aperto ai camminatori, ma rispettato da tutti. Non si possono prendere le cose se poi non si riportano; non si accende il fuoco né dentro né fuori e non si lasciano rifiuti”.
Ci auguriamo tutti che il buon senso e l’educazione accompagnino sempre i visitatori delle colline Unesco, perché grazie a persone come Marco e suo padre, tutti noi possiamo godere di splendidi angoli fiabeschi che diversamente non esisterebbero.