Il Galivum centro di aggregazione? “Ci vorranno 10 anni per tornare come prima”
Se Calenda è rassegnato, Fiorentelli di Semprequeo è positiva: “Pronti per ripartire al più presto”
VITTORIO VENETO - Le serata primaverili si fanno sentire e ciò che manca, all’occhio e al palato, pare sia soprattutto lo spritz. In piazza Foro Boario, che fino due anni fa veniva presa d’assalto ogni weekend, ma anche tutte le sere durante l’estate, l’atmosfera è davvero cambiata e i due locali che attiravano centinaia di clienti e facevano vivere e ballare la piazza serravallese hanno, per ora, le serrande abbassate. Ma per quanto, ancora?
“Io sono convinta che lunedì prossimo riapriremo e a breve ripartiremo come abbiamo sempre fatto”, risponde Paola Fiorentelli (in foto), titolare dell’osteria Semprequeo di Piazza Foro Boario. “Questa volta non abbiamo nemmeno fatto servizio per asporto - risponde la ristoratrice - Ci abbiamo provato nei mesi passati durante i vari periodi di zona rossa e arancione ma non ci conveniva economicamente. In questi giorni invece ci siamo dati da fare per pulire il locale, l’abbiamo tirato a lustro, sembra nuovo ed è pronto per una imminente riapertura”.
Se Paola Fiorentelli è positiva, per Luca Calenda, titolare del Galivm, locale che si trova di fronte a Semprequeo, “ci vorranno 10 anni per recuperare ciò che abbiamo perso e tornare alla normalità”. L’ad della catena in franchising Galivm è - per utilizzare un eufemismo - arrabbiato. “Sono 14 mesi che siamo chiusi - riferisce Calenda - con l’asporto non riusciamo a lavorare nemmeno un decimo di quello che facevano prima. Non abbiamo avuto alcun tipo di aiuti dallo stato e anche se stasera aprissi il locale, sarebbe vuoto. La gente è terrorizzata”.
Il Galivm di Vittorio Veneto, fino a prima della pandemia, era un luogo dove i giovani si trovavano non solo per bere e mangiare, ma anche per ballare. Nelle serate del fine settimana il locale si trasformava in un disco bar. “Anche se i ristoranti apriranno la sera, qui ci vorranno anni perché tutto torni come prima - si dice rammaricato Calenda . - Ma che possiamo fare? Attendiamo”.
Si aspetta. Una nuova direttiva, un allentamento delle restrizioni, un calo dei contagi e l’estate. Stagione che, da due anni a questa parte, è l’unica in cui si riesce a tirare un sospiro di sollievo. E a bere uno spritz.
Redazione OT