Gli studenti trevigiani davanti alle scuole lunedì prima che suoni la campanella
Flash mob e assemblea in ogni città della Regione su iniziativa della Rete degli studenti medi: "Temiamo un rientro fittizio; niente è stato fatto durante l'estate"
TREVISO - Patti chiari, amicizia lunga. Gli studenti vogliono metterle in chiaro, le cose, sin dal suono della prima campanella. Anzi, prima ancora. Domani attenderanno l’apertura di cancelli e portoni degli istituti scolastici della Regione, tre mesi dopo, con striscioni e manifesti. In mattinata un flash mob indetto dalla Rete degli Studenti Medi. Nel pomeriggio assemblee pubbliche in ogni città per puntare i riflettori sulla questione generazionale che - assicurano gli studenti della Rete - non è mai stata trattata con rispetto e attenzione.
Il perché lo spiega il portavoce Davide Gasperello: “Siamo una generazione inascoltata, accusata di essere svogliata e sdraiata: parlano di noi ma non con noi. Soprattutto dopo ciò che abbiamo, e stiamo ancora, passando a causa del covid immaginare un paese, una scuola e un mondo diversi sarebbe dovuto essere un obiettivo di tutti; il covid poteva essere un'occasione per ripensare al nostro sistema, dalla scuola ai diritti civili, ma non si è fatto nulla di buono, non si sono coinvolti i cittadini e soprattutto i giovani, i protagonisti del presente e del futuro, per costruire un mondo a misura di tutti”.
Rammarico e delusione sono il viatico anche di questo inizio di anno scolastico. Per la Rete nulla è cambiato durante l’estate. Perché niente è stato fatto. “Dai trasporti pubblici, agli spazi e soprattutto nella didattica: abbiamo paura sia un rientro fittizio e che lo scarso investimento nell'istituzione penalizzi ancora una volta la classe studentesca”. Per questo lunedì si presenteranno davanti a tante scuole della Regione e di Italia “per ricostruire e rappresentare con flash mob, manifesti e assemblee la nostra visione di scuola e soprattutto di mondo. Nelle assemblee del pomeriggio poi vogliamo dare voce alle istanze di tutti gli studenti, ascoltarci e dare dignità e spazio ad ogni proposta e preoccupazione per il prossimo anno".