GOBBO: «PER USCIRE DALLA CRISI SERVE UN CAMBIO DI MENTALITÀ»
Lo ha detto il sindaco presentando l’accordo con la Provincia per la rivalutazione del centro e degli edifici dismessi
| Laura Tuveri |
TREVISO - La rivalutazione del centro storico e di edifici dismessi, soprattutto in un periodo di crisi, parte, soprattutto, da un cambio di mentalità e dalla voglia degli imprenditori di scommettere in nuove forme di investimento. Si può sinteticamente riassumere così il pensiero del sindaco di Treviso, Gianpaolo Gobbo, che oggi ha siglato con il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, uno protocollo d’intesa per la rivalutazione del centro e di alcuni edifici importanti, ora non utilizzati, puntando a coinvolgere, come prevede il Paino strategico, associazioni, portatori d’interessi, famiglie, studenti.
“La Provincia – ha detto Muraro – mette umilmente al servizio del Comune e, quindi, della città di Treviso l’esperienza maturata mediante il nostro piano strategico che ha promosso anche indagini e studiato soluzioni per far vivere la città 365 giorni all’anno. Non vogliamo insegnare nulla, ma mettere a disposizione il nostro lavoro per creare nuove opportunità turistiche, ma anche per migliorare la qualità della vita dei residenti”.
La Provincia ha già elaborato alcune proposte, per esempio l’utilizzo di edifici scolastici datati per altri usi più consoni alla città, soprattutto se si trovano in centro storico, ma anche dotare il centro di collegamento internet gratis tramite Wirefire, essendo la Provincia detentrice dell’8% delle quote societarie di Asco Tlc. Si pensa anche all’utilizzo della centrale ex caserma Piave come campus scolastico, magari ospitando nuovi percorsi formativi più consoni alle potenzialità di crescita della città, anche in considerazione dello sviluppo del turismo che ha registrato nel 2010, rispetto al 2009, un aumento del 10% anche grazie a grossi eventi sportivi ospitati nel capoluogo della Marca.
“Questi risultati sono importanti anche perché hanno visto la sinergia fra Comune, imprese e associazioni che deve continuare ad esistere anche in futuro” ha detto Gobbo. Il Comune per far vivere il centro storico anche durante la settimana, pensa sia giusto ripensare ad una corretta distribuzione delle attività commerciali affinché non si facciano concorrenza fra di loro e per offrire alla città maggiore offerta e non solo negozi della stessa tipologia molto vicini fra loro.
“In un periodo di crisi come questo, dove sembra vengano a mancano certezze per il futuro, vorrei stimolare gli imprenditori a pensare a nuove opportunità, a mostrare i muscoli, a dare uno scatto di reni per reagire con nuove progettualità e forme di investimento, inventandosi anche nuovi lavori. Siamo sempre usciti dalle crisi, noi trevigiani, come dopo il bombardamento del 7 aprile del 1944. Accadrà anche questa volta”.
E Gobbo, a tal proposito, lancia ai giovani una sfida: “Inventatevi un lavoro, fate anche lavori che possono sembrarvi umili e anche non di vostro gradimento, ma pur sempre dignitosi, soprattutto se fatti per il bene della collettività, visto che questa crisi impone un cambio di mentalità e di porci in maniera diverso rispetto al futuro”. E sempre avendo di mira il benessere e la qualità della vita, il sindaco di Treviso pensa anche a soluzioni per gli anziani meno abbienti, creando per loro, magari nella caserma Salsa, ma anche in altri contesti, soluzioni di mini alloggi a pressi calmierati, con strutture in comune per esempio mense e luoghi di aggregazioni oppure progetti di cohousing, ovvero situazioni di coabitazione fra anziani autonomi.
Si pensa anche a luoghi di aggregazioni per i giovani, per esempio ad ostelli. E quando si parla di migliorare la qualità della vita non si può prescindere dal discorso ambientale e di riduzione del traffico veicolare, quindi di chiusura del centro storico, spesso avversata dai commercianti e anche non gradita ai cittadini che si lamentano dell’inefficienza dei bus, senza, però, farne uso, come ha dimostrato un’indagine di Comune e Actt, e della mancanza di park, in centro ce ne sono 2.800 che, soprattutto ora con le nuove forme di pagamento, non di rado sono vuoti. Il sindaco Gobbo fa sapere che si sta procedendo con lo studio per chiudere alcune zone della città e per razionalizzare i parcheggi in centro.