Hack: "Spero che il prossimo Papa sia più aperto"
Di Piazza: "E' il momento di tornare a religione povera"
SPILIMBERGO - “Spero che il prossimo Papa sia più aperto”. Questo il commento dell'astrofisica atea Margherita Hack sul futuro della Chiesa dopo le “dimissioni” annunciate ieri da Papa Benedetto XVI. La Hack rimanda a figure esemplari come quella di Papa Giovanni XXIII, “il Papa di Bergamo”, come lo definisce, augurandosi che la Chiesa sappia trovare una guida più aperta e attenta all'evoluzione del mondo e alle sue problematiche.
Per Pierluigi Di Piazza invece, il prete di frontiera fondatore del Centro d'accoglienza dedicato a padre Ernesto Balducci a Zugliano (Ud), è questo il momento, per la Chiesa, di ritornare alla purezza evangelica, a una religione umile a fianco dei poveri. Entrambi saranno attesi protagonisti dell'evento in programma a Spilimbergo venerdì 15 febbraio, al teatro Miotto, anticipato alle 18.00 per venire incontro ai problemi di logistica e di salute di Margherita Hack. L'occasione è la presentazione del libro "Io credo", edito da Nuovadimensione (foto di Annamaria Castellan), che in pochissimi mesi è già arrivato alla terza ristampa.
Relatori Marinella Chirico (che è anche preziosa regista dell’opera), giornalista Rai, e Fabio Della Pietra, giornalista. “Io credo” è un libro che ha visto la Hack e Di Piazza dialogare sui temi della fede, dei valori, del futuro, dell'Europa ma anche su risvolti personali delicati e difficili, come l'imposizione del celibato per i preti o il rifiuto della maternità. Un confronto aperto, senza pregiudizi, perché per costruire un mondo migliore è necessario partire dall’incontro tra persone, dalla condivisione di valori, pensieri, ideali. Senza tabù e senza integralismi. Aprire la mente ad altre visioni, ad altri modi di interpretare la realtà, aprirsi ad altre culture. E interrogarsi sul perché la società della globalizzazione sia sempre di più la società dell'esclusione.