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08 ottobre 2024

Treviso

"Impiegare i disoccupati in lavori socialmente utili per la comunità"

La richiesta dei Comuni trevigiani

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Mariarosa Barazza

TREVISO – Impiegare i disoccupati in lavori socialmente utili a beneficio della propria comunità. La richiesta arriva dai Comuni trevigiani ed è stata formalizzata nel corso dell’assemblea annuale dei Comuni della Marca Trevigiana.

Il primo sindaco a lanciare la proposta è stato Claudia Benedos, sindaco di Maser, ma la richiesta è poi stata condivisa e raccolta dall’intera assemblea, che ha dato mandato all’associazione di coinvolgere le istituzioni competenti.

“A fronte di molte persone in stato di disoccupazione che beneficiano dei sussidi previsti per legge, i nostri Comuni stanno morendo per mancanza di risorse finanziarie e di personale – ha spiegato Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. In un momento in cui serve l’impegno di tutti per risollevare l’economia del Paese, poter impiegare chi beneficia dell’assegno di disoccupazione sarebbe un aiuto importante per le nostre comunità e, allo stesso tempo, un aiuto anche per chi non lavora e desidera sentirsi utile”.

La legge che regolamenta la Naspi, l’indennità di disoccupazione, prevede la possibilità di impiegare i beneficiari dell’assegno ma solo per 8 ore la settimana, mentre una volta, prima dell’attuale normativa, i LSU (lavoratori socialmente utili) potevano essere impiegati per 20 ore o a tempo pieno.

“A questo si aggiungono ora tutta una serie di adempimenti burocratici complessi che di fatto rendono i disoccupati non agevolmente utilizzabili dai Comuni - spiegano - A complicare le cose c’è anche l’attuale fase di transizione dei servizi territoriali per l’impiego dal momento che i Centri per l’Impiego sono passati dalla Provincia alla Regione”. “Si tratta di ritarare e semplificare la normativa in vigore per rendere più appetibile da parte degli enti locali l’utilizzo di queste persone – spiega Barazza -. Non può essere che per il Comune l’investimento in termini di formazione e adempimenti burocratici sia più oneroso dei benefici che possa trarre da queste persone. Bisogna al più presto rivedere normativa e procedure”.

Le mansioni in cui i Comuni hanno la necessità di impiegare i lavoratori socialmente utili sono molte, dal lavoro di ufficio alle piccole manutenzioni, dalla gestione del verde pubblico alla custodia degli edifici, alla sorveglianza scuolabus.  L’Associazione Comuni interesserà i parlamentari eletti nella provincia di Treviso perché si adoperino per rendere possibile un’operazione che porterebbe grandi benefici alle nostre comunità.

 


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