INSEGNE IN LINGUA STRANIERA, LA LEGA VUOLE LA TRADUZIONE
Chiesto agli stranieri di mettere anche l’insegna in italiano: è polemica. Il Pd abbandona il Consiglio comunale per protesta
| Laura Tuveri |
TREVISO - Insegne fuori dai locali: il Comune di Treviso vuole che gli stranieri aggiungano anche quelle in italiano. Secondo il gruppo consigliare del Pd la giunta di Ca’ Sugana è “immobile e intollerante”. Questo pensa il Pd rispetto alla modifica al “Regolamento per la disciplina degli impianti pubblicitari su aree pubbliche o di uso pubblico e su aree private e per la disciplina delle pubbliche affissioni” ieri, mercoledì 27 luglio, in discussione in Consiglio comunale.
“Dietro a quelle che sembrano le solite piccole battaglie di localismo esasperato portate avanti dalla Lega si cela tutto l’immobilismo di quest’Amministrazione comunale, priva di progetti e strategie per combattere la crisi del commercio in città e rilanciare il centro” ha detto Roberto Grigoletto (nella foto), capogruppo del Pd in consiglio comunale di Treviso.
La Giunta Lega-Pdl ha voluto con la modifica al regolamento inserire l’obbligatorietà della traduzione italiana per le insegne e pubbliche affissioni in lingua straniera. “Ovviamente tale provvedimento mira solo a creare delle difficoltà agli esercizi pubblici gestiti dai residenti di etnia cinese, giapponese o di area araba che pubblicizzano la loro attività, caratterizzata proprio dall’aspetto culturale, con insegne nella lingua di provenienza".
Secondo Grigoletto: "Siamo alle solite. Invece di intervenire sui tanti problemi che fanno capo al territorio cittadino e in particolare, di fronte alla crisi del centro storico, nel trovare delle politiche che vadano a frenare la moria di attività commerciali, il Comune ha di meglio da fare che perdere tempo e denaro pubblico in battaglie ideologico di basso profilo”.
In segno di protesta, al momento della discussione il Gruppo consiliare ha lasciato l’aula. Il gesto voleva anche essere un segno di rispetto nei confronti dei cittadini trevigiani e di coloro che in città ci abitano e lavorano, visto che i residenti sono periodicamente presi di mira dall’Amministrazione pur essendo perfettamente integrati nel tessuto socio-culturale ed economico della città, contribuendo allo sviluppo della ricchezza e alle casse del Comune.