MOSCA (RUSSIA) - Un attentato a Mosca ha riportato la capitale russa al centro della tensione. Il generale Igor Kirillov, a capo delle forze radiologiche, chimiche e biologiche dell’esercito russo, è morto insieme al suo assistente nell’esplosione di un ordigno. L’attacco è avvenuto su viale Riazanski, all’ingresso di un edificio residenziale, dove un monopattino elettrico imbottito di esplosivo è stato fatto detonare al loro passaggio.  

L’ordigno, stimato equivalente a 300 grammi di tritolo, ha distrutto le vetrate dei primi quattro piani del palazzo. Gli artificieri hanno messo in sicurezza l’area e avviato le indagini per individuare ulteriori minacce. Il Comitato investigativo russo ha confermato l’accaduto, mentre il quotidiano Kommersant ha puntato il dito contro i servizi segreti ucraini, definendo l’evento “un crimine senza precedenti” nella capitale.  

La risposta di Kiev non si è fatta attendere. Una fonte dell’intelligence ucraina, citata dall’agenzia Ukrinform, ha rivendicato l’operazione, dichiarando che Kirillov era “un criminale di guerra” responsabile dell’uso di armi chimiche contro l’esercito ucraino. “La sua fine è un avvertimento per tutti coloro che uccidono cittadini ucraini: la punizione è inevitabile”, ha affermato la fonte. Il generale guidò una delegazione russa in Italia durante il Covid.

Kirillov, noto per aver accusato gli Stati Uniti di gestire laboratori di armi biologiche in Ucraina, era una figura centrale nei quadri militari russi, anche se non era operante al fronte. La sua eliminazione rappresenta un colpo simbolico per Mosca. L’attentato rilancia il clima di insicurezza nella capitale russa, alimentando le tensioni già altissime tra i due Paesi.

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