Le sfide globali? Si vincono con la cultura
Angela Mognol violinista vittoriese, presto sarà a Parigi per una missione internazionale che potrebbe coinvolgere anche la sua città d’origine
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Angela Mognol, 26 anni, vittoriese, è una violinista e project manager in ambito culturale. Attualmente frequenta il Master of Advanced studies in Cultural Management al Conservatorio della Svizzera Italiana e SUPSI (CH) e presto si trasferirà a Parigi per un progetto di ampio respiro che - grazie a lei - potrebbe avere delle belle ricadute (anche) su Vittorio Veneto. La sua filosofia? “Credo - spiega - nel potere trasformativo della cultura, per questo la mia missione è agire usando le arti e la cultura come motore per il cambiamento in risposta alle sfide globali. “
Angela, che studi ha fatto in precedenza? Dove?
Ho frequentato il Classico Flaminio, per poi spostarmi a Trieste quindi a Torino per frequentare il Conservatorio, dove mi sono diplomata in violino. Ora sto frequentando il Master of Advanced Studies in Cultural Management al Conservatorio della Svizzera Italiana.
Quand’è nata la passione per la musica?
La devi a una persona in particolare, a un brano musicale, a un artista di riferimento? La passione per la musica mi accompagna fin da quando ero piccola. Questa scintilla è scattata grazie a un film, Mission, e alla sua colonna sonora, Gabriel’s oboe di Ennio Morricone. Da lì ho capito che avrei voluto suonare uno strumento dal suono caldo e penetrante, ma al tempo stesso lirico e brillante: il violino.
Come nasce la passione e l’impegno verso la sostenibilità?
Più che passione, la chiamerei necessità. Parliamo molto di transizione ecologica, sviluppo sostenibile e protezione dell'ambiente. Tuttavia, agiamo davvero in questa direzione? Spesso no. Se l'obiettivo finale è creare un equilibrio tra le esigenze umane e l'ambiente, è necessario un approccio che coinvolga governi, imprese, istituzioni, comunità locali e individui. La sostenibilità è un problema di tutti. Perché iniziare ad agire è ciò che serve per cambiare le cose.
Attualmente di che ti occupi?
Tra pochi giorni andrò a Parigi, dove prenderò parte a un progetto di ricerca finanziato dall'Unione Europea, LeCake. LeCake indaga sull'innovazione culturale prendendo parte alla transizione ecologica; esso ha la durata di 2 anni e coinvolge 8 partner europei e 20 partner associati (organizzazioni culturali e di ricerca scientifica da Italia, Spagna, Francia, Germania, Ungheria, Grecia), uniti per interrogarsi sulle loro pratiche artistiche, imparare ad agire attraverso la lente del green approach, immaginare nuovi modi per creare in maniera sostenibile e responsabile. Attualmente mi occupo di progettazione in ambito culturale, con occhio fisso sul coinvolgimento delle persone e sulle politiche culturali in atto. LeCake è il perfetto connubio tra queste cose. Io sarò una Young Ambassador di LeCake e il tema sarà inoltre argomento della mia tesi di Master. Come possono le organizzazioni culturali essere agenti di cambiamento oggi? La risposta sta nell'affrontare le grandi sfide globali del mondo di oggi, una di queste è la crisi climatica.
Qual è la tua missione nel progetto che ti vede (co)protagonista?
La mia missione in questo progetto è quella di diffondere la conoscenza sul tema anche nel territorio/contesto in cui vivo: sostenibilità e cultura appartengono a tutti e tutte, anche a Vittorio Veneto e dintorni.
Come pensi di coinvolgere la città di Vittorio Veneto? La ritieni un’impresa percorribile? Hai già dei contatti? E la tempistica?
Vedo due spazi fondamentali per il coinvolgimento della mia città. Il primo è chiaramente quello di promuovere, diffondere e sostenere la missione sostenibilità- cultura nel contesto di una città di medie dimensioni, in una regione ampiamente popolata e industrializzata. Il secondo, quello di creare una rete di organizzazioni culturali e industrie del Vittoriese e non che, con i partner europei, diventino pioniere della sostenibilità, portando pratiche che siano a modello per le province intorno. Solo agendo localmente, navigando globalmente e inserendosi in una prospettiva che sia “glocale”, si può costruire un ponte per prendere parte al cambiamento e rispondere alle sfide dell'oggi e del domani.
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