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10 novembre 2024

Mogliano

"LA LEGA MOSTRAVA IL CAPPIO IN PARLAMENTO. DA ALLORA NULLA E' CAMBIATO"

Di pietro a Casale sul Sile, con il candidato sindaco Scarpa

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

CASALE SUL SILE - Antonio di Pietro, leader dell'IdV, era oggi a a Casale sul Sile, per incontrare i cittadini, in compagnia del candidato sindaco IdV Massimiliano Scarpa e dei candidati della lista del suo partito.  Di Pietro ha parlato di giustizia, di politica e anti politica. E della Lega Nord, colpevole non solo "di aver violato le regole del gioco", ma anche di aver gettato la rabbia tra gli elettori.

"La lega mostrava il cappio in parlamento. Da allora, nulla è cambiato"

Antonio Di pietro ricorda che "ai tempi in cui la Lega si presentava in Parlamento con il cappio da magistrato ho chiesto e ottenuto la condanna di Bossi e di Patelli, rispettivamente segretario politico e amministrativo del Carroccio. Non credo sia cambiato granché da allora". Parlando a margine di un comizio a Casale sul Sile, il leader di Idv sottolinea di aver sempre detto, fin da quando indossava la toga, che è "un'ipocrisia sostenere che vi sia una differenza tra finanziamenti presi dai singoli e i finanziamenti dati ai partiti. Non esiste il 'signor' partito, esistono i singoli che, violando la legge, si appropriano indebitamente di denaro, sia esso frutto di corruzione o di malaffare".

Secondo Di Pietro, nel caso della vicenda di Finmeccanica che pare chiamare in causa la Lega, "non sappiamo cosa è successo. Sappiamo per certo che già nella Prima Repubblica tante aziende di Stato hanno violato le regole per poter fare affari. Se è avvenuto anche in relazione a Finmeccanica, non sono soltanto quelli della Lega, che ha negato di essere destinataria di una tangente da 10 milioni, o i singoli a risponderne, ma devono essere le teste della società che devono saltare".

Questo e altri scandali che vedono al centro la Lega, a detta di Di Pietro, sono "gravi sul piano etico-giudiziario, ma anche su quello politico perché il cittadino ormai vede in tutta la politica qualcosa da cui fuggire. Tanto è vero - precisa - che il maggior partito è quello dell'astensione, del non voto".

Secondo Di Pietro la responsabilità della Lega è "duplice, sia sotto il profilo politico che per i comportamenti tenuti da alcuni dirigenti i quali, andando a Roma, si sono impoltroniti in maniera peggiore di quelli della Prima Repubblica, commettendo, a mio avviso, un doppio peccato: quello di aver violato le regole del gioco e quello di aver creato una rabbia tra gli elettori di cui, ora, ne paghiamo le conseguenze".

Di Pietro elogia invece Rosi Bindi per aver rilanciato un appello "di non confondere; perché non tutti i politici sono uguali. Né adesso né nella Prima Repubblica che annoverava fior fiore di delinquentoni, ma anche persone come La Torre, Mattarella, Moro, ammazzati per difendere ideali di giustizia e di legalità".

 

"E' antipolitica raccogliere firme per il referendum?"

Di Pietro respinge con forza l'accusa di fare antipolitica, sottolineando che sono altri a farla, a partire dai politici paludati e ipocriti. "Se per antipolitica si intende ribellarsi a questa ipocrisia della politica che non cambia mai né in termini di comportamento, né in termini di persone che fanno politica, io - osserva Di Pietro a Casale sul Sile - sono fiero di far parte di quell'antipolitica".

"E' antipolitica raccogliere firme per i referendum come abbiamo fatto noi per tre diversi temi, vincendo pure?" si chiede il leader dell'Idv ricordando poi l'impegno "per la legge elettorale fermata dalla Corte Costituzionale per motivi procedurali pur avendo raccolto 1.200.000 firme. Come stiamo facendo adesso - aggiunge - per la legge contro il finanziamento ai partiti".

Di Pietro ritiene che la "vera antipolitica sia quella della politica paludata, ipocrita, la quale pensa che soltanto cambiando nome possa continuare a illudere e a prendere in giro i cittadini. Credo invece - sostiene - che bisogna stabilire delle regole in cui chi è condannato non deve essere candidato, in cui deve essere previsto che chi svolge attività parlamentare non può avere altri ruoli, proprio perché non vi é credibilità da parte dei parlamentari che la mattina fanno gli imputati o gli avvocati di questi ultimi, e poi il pomeriggio vanno in tribunale con le leggi che si sono fatte qualche ora prima per aggiustare i processi".

 

"Contesto il programma di Monti. E' ragionieristico"

Il leader dell'Idv si dice "contento che al posto di Berlusconi ci sia Monti, perché col primo ci vergognavamo, ci deridevano e ci prendevano in giro, ci umiliavano nel mondo". "Contestiamo però e decisamente il programma politico del Governo Monti - spiega - perché il suo è un programma meramente ragionieristico che si preoccupa e si è preoccupato solo di far quadrare i conti, senza tener conto affatto di chi deve pagare il conto".

Di Pietro ritiene inoltre "ingiustificato e iniquo che il conto sia fatto pagare alle persone per bene, alle fasce sociali più deboli, alla 'prepotenza' del sistema fiscale". Secondo l' esponente dell'Idv "bisogna intervenire fortemente sulla spesa pubblica che può essere ridotta grandemente nell'ordine di decine e decine di miliardi all'anno, e sul fronte dell'entrate: i sacrifici non devono essere chiesti alle fasce più deboli, ma a quelli più forti e prepotenti; non quindi agli esodati ma agli scudati fiscali, non ai pensionati o agli studenti che prendono la borsa di studio, ma semmai ai grandi evasori o ai grandi patrimoni con la tobin Tax. Incominciamo - osserva - dal sistema di finanziamento ai partiti che deve essere fortemente ridotto".

La giustizia? Un modo per farla funzionare meglio c'è

Per il leader dell'Idv "per far funzionare il sistema giudiziario non bisogna ridurre le carceri, ma far stare meglio chi sta in carcere e lasciarcelo. Se si riducono le carceri - , spiega - si mettono fuori i delinquenti. In secondo luogo, per combattere la criminalità, non bisogna ridurre le intercettazioni, perché se la criminalità di oggi si basa sulla tecnologia è con quest'ultima che dobbiamo combatterla".

Di Pietro ritiene che se davvero si vuole far funzionare meglio la giustizia, "da domani mattina, signora ministro si occupi di mettere all'ordine del giorno la ratifica della convenzione di Strasburgo sulla corruzione del 1999 e faccia propria la proposta che da tempo giace in Parlamento di una riforma dei reati contro la Pubblica amministrazione, reinserisca il falso in bilancio, preveda che i condannati non possano essere condannati, preveda che i rinviati a giudizio dopo l'udienza preliminare prima si facciano processare e poi si affidi loro la cosa pubblica".

"Preveda soprattutto - conclude Di Pietro rivolgendosi al Guardasigilli - che gli imprenditori che vogliono partecipare alle gare, con la Pa, sia per la fornitura che per i servizi, siano solo quelli che non sono stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione, fiscali e societari, in modo che gli imprenditori onesti possano andare avanti, non i disonesti".

 

 



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