Lettera di solidarietà a Francesco Introvigne
“Il Presidente dell’ANA di Vittorio Veneto ha fatto semplicemente quello che doveva fare ogni responsabile di Associazione Combattentistica che si richiami ai valori repubblicani”
![Francesco Introvigne Francesco Introvigne](https://www.oggitreviso.it/sites/default/files/styles/505/public/field/image/1%20Francesco%20INTROVIGNE.jpg?itok=tEkRY6CO)
VITTORIO VENETO – Dopo il raduno di neofascisti a Miane, le reazioni sono state numerose ma anche le polemiche. Checché se ne dica è un fatto grave, innanzitutto perché il raduno dei nostalgici del ventennio si è tenuto in un cimitero dove potevano anche essere sepolti partigiani o antifascisti ma sopra ogni cosa perché il fascismo è stato e resta una delle pagine più buie della nostra storia di cui non c’è proprio nulla di cui andare orgogliosi, semmai il contrario.
Francesco Introvigne il presidente dell’ANA di Vittorio Veneto ha preso una doverosa posizione critica contro l’accaduto ed è stato attaccato, per questo, da qui l’iniziativa solidale nei suoi confronti di Pier Paolo Brescacin, direttore scientifico Istituto della Resistenza di Vittorio Veneto e di Roberto Domini, Ammiraglio e già insegnante di storia presso l’Istituto di Guerra Marittima di Livorno che hanno divulgato una lettera di solidarietà a Introvigne. OggiTreviso ha deciso di pubblicare integralmente la comunciazione.
“Spesso per illuminare e chiarificare fatti particolarmente dolorosi come quelli legati alle vicende di guerra civile degli anni 1943-1945 ci si appella alla ricerca storica, talvolta però secondo una linea di pensiero che nulla ha a che fare con gli effettivi risultati dell’indagine. Storia significa infatti raccontare i fatti cercando la verità e utilizzando un metodo scientifico, senza lasciar spazio a sentimenti, ideologia o quant’altro. Chi non segue queste regole rischia di allontanarsi dalla verità e veicolare una descrizione dell’accaduto distorta e deformante.
È il caso della lettera rivolta contro il presidente dell’ANA vittoriese Francesco Introvigne pubblicata su Treviso Today a firma di “fantomatici organizzatori” - e questa la dice lunga su chi non ha neppure il coraggio di firmarsi - dal tono discutibile per non dire offensivo e diffamatorio. I fatti sono noti, ma val la pena di ricordali: il Presidente dell’ANA sarebbe colpevole di aver preso le distanze dal comportamento di un presunto associato che in occasione della recente commemorazione di caduti della X Mas di Miane avrebbe esibito pubblicamente il saluto romano fascista.
Ebbene, vogliamo ribadire che il Presidente dell’ANA di Vittorio Veneto ha fatto semplicemente quello che doveva fare ogni responsabile di Associazione Combattentistica che si richiami ai valori repubblicani e liberaldemocratici del nostro Paese e quindi stigmatizzare un comportamento inappropriato e indecoroso in occasione di una cerimonia a ricordo dei caduti del Maggio 1945. Hanno poco da dire gli organizzatori che il saluto romano non ha nulla di ideologico: il saluto romano appartiene strettamente a una simbologia e a un orizzonte di valori incompatibili con la nostra Costituzione Repubblicana.
Ricordare i propri caduti come ha fatto l’Associazione Caduti e Dispersi della Repubblica Sociale è cosa legittima e comprensibile e fa parte della “pietas” che si deve a tutti coloro che hanno perso la vita negli anni 1943-1945. Così come possiamo convenire che non sempre i comportamenti dei partigiani sono stati lineari e privi di ombre, come nel caso dei caduti di Miane, in cui non c’era il benché minimo carattere di urgenza per procedere alla loro eliminazione in quanto potevano benissimo essere consegnati alla giustizia ordinaria per gli accertamenti delle loro eventuali responsabilità.
Ciò tuttavia non autorizza a sparare a zero, come fanno gli estensori della lettera, sul Movimento di Liberazione tout court, che ricordiamo era composto da persone appartenenti a tutti gli schieramenti politici, anche dalle forze armate del ricostituito CIL (Corpo Italiano di Liberazione), e grazie al quale il nostro Paese ha potuto riacquistare la libertà e la democrazia; e non giustifica gesti come quello del saluto romano che sono il retaggio di un passato che non vogliamo più ritorni.
E’ ora di finirla con tali coreografie polverose e inquietanti che nulla hanno a che vedere con la pietà nei confronti dei defunti: serve un’operazione di coraggio e di verità che smonti una volta per tutte l’uso distorto e palesemente ideologico che taluni personaggi continuano a fare della storia. Un plauso a Francesco Introvigne che ha avuto il coraggio di ribadire la verità su questa pagina di storia locale che avrebbe potuto essere gestita con maggiore sensibilità.”