VITTORIO VENETO - “La Repubblica vive della partecipazione di tutti. E’ questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia” così il Presidente Mattarella nel discorso di fine 2023. Lo cantava anche Gaber: “Libertà non è star sopra un albero/Non è neanche avere una opinione/libertà non è uno spazio libero/ libertà è partecipazione”.

Ma come può un cittadino esercitare questo diritto-dovere alla partecipazione senza esser costretto, per farlo, a tesserarsi con partiti sempre più screditati come gli attuali? Per avere la coscienza civica a posto non basta andare alle urne, irretiti dalle esche populiste. Il voto è conquista vitale ma spesso lo si esercita sull’onda di eteree sensazioni o del votarò ‘l manco pezo, stropandome l’naso, più che di convinzioni basate su conoscenza certa di fatti e persone. Vittorio, defilata periferia con una storia di rilievo, vanta bella tradizione di democrazia diretta. Già nel 1974 nacque il primo Comitato di Quartiere e n’eran previsti tredici.

Dalla fine degli anni ’90 fino al 2023 Vittorio elesse sette Circoscrizioni a sistema aperto, che non richiedeva appartenenza partitica. Poi il sindaco Da Re li chiuse d’imperio; Sua Maestà non sopportava la petulanza dei sudditi. Quindi vennero depotenziati da Tonon con uno striminzito Regolamento, peggiorato ancora da Miatto che diede loro il colpo di grazia col trucco delle elezioni burla. Furbi… Ciliegiona sulla torta dell’ipocrisia è che in città esiste il Consiglio Comunale dei ragazzi/e, che dovrebbe avviare i giovani alla partecipazione. Questa classe di politici de profesiòn detesta i Quartieri perché sono una cartina di tornasole sul loro operato e producono proposte non ispirate, dietro le quinte e pro domo loro, da certe stantie e dannose conventicole de noantri. Potrebbero venire rieletti alle amministrative di giugno. Ma gli ostili alla partecipazione democratica -e quindi alla libertà- dicono: non s'ha da fare, né domani né mai. Bravi…

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