L'impegno di un giovane birraio nella conoscenza della birra artigianale
Con l'abbinamento con i piatti della tradizione, Davide Albanese, mastro birraio e scrittore, vuole promuovere un consumo consapevole della birra artigianale.
PEDEROBBA - La birra è da sempre associata a immagini positive di allegria, compagnia, spensieratezza. Considerata una bevanda “semplice” e poco sofisticata, solo in tempi relativamente recenti la birra ha trovato lo spazio che le spetta anche nella gastronomia del nostro Paese, anche grazie all’impegno di centinaia di birrifici artigianali che hanno iniziato ad esplorare le potenzialità delle diverse tipologia di birra.
Tra questi mastri birrai, che da moderni alchimisti riuniscono l’amore per la birra allo studio scientifico per la sua realizzazione, c’è anche Davide Albanese. Classe 1991, dopo la laurea in Scienze e tecnologie alimentari, Davide ha fondando una propria etichetta di birra, la 1703, un numero non casuale, ma che appare inciso nella chiave di volta dell’arco della casa storica della sua famiglia a Levada di Pederobba e che ne indicherebbe l’anno di costruzione. Un’epoca dunque antica, di oltre tre secoli di storia, a riprova delle profonde radici che legano Davide alla sua terra.
Un amore che si riflette anche nella realizzazione della birra, che Davide produce utilizzando le materie prime coltivate nell’azienda agricola di famiglia, in primis i cereali, quali frumento e orzo. Nell’ottica di una rivitalizzazione del luogo dove vive, Davide ha anche un progetto, un’ispirazione: aprire un punto vendita a Levada, dove offrire le sue birre e quelle di altri birrifici artigianali per far rivivere il paese dal punto di vista delle attività commerciali.
Creazione e vendita di birra sono due delle attività di Davide, che si scontrano tuttavia con un’ancora bassa cultura della birra in Italia: il nostro paese è infatti la nazione europea dove se ne consuma di meno. Per favorire una maggiore consapevolezza sulla ‘bevanda di Cerere’, Davide ha aggiunto una terza azione, quella della promozione della birra (rigorosamente artigianale) come accompagnamento di iconici piatti nazionali, non avendo paura di sugellare l’unione tra il trevigianissimo tiramisù e una imperial stout di elevato grado alcolico (10%) prodotta in Toscana.
Ecco dunque svelato l’invito di Davide: sperimentare con la birra, abbinandola in modo informale ma consapevole a diversi piatti, al fine di rendere quest’esercizio qualcosa di quotidiano, non limitato alle occasioni speciali. Questo consiglio si è ora tramutato in un libro, “Forchetta e boccale”, un saggio semiserio volto a ampliare la nostra conoscenza su una delle bevande più antiche dell’umanità. Anche perché, come cantava Autolico nel “Racconto d’inverno” di William Shakespeare, «Un quarto di birra è un piatto da re».