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21 novembre 2024

Montebelluna

Montebelluna, il Gambero Rosso premia il Nidaba con tre boccali su tre

Pubblicata "Ristoranti d’Italia 2024", la nuova Guida del Gambero Rosso giunta alla sua 34°edizione

| Roberto Silvestrin |

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nidaba montebelluna

MONTEBELLUNA - Arriva puntale come sempre la fotografia aggiornata della ristorazione italiana: è Ristoranti d’Italia 2024, la nuova Guida del Gambero Rosso giunta alla sua 34°edizione. Sono 2.485 le insegne recensite, con 324 novità. Migliori chef della ristorazione italiana sono Massimo Bottura e Niko Romito entrambi con un punteggio di 96 centesimi, raggiunti appena sotto da Heinz Beck e Enrico Crippa, mentre perde una forchetta, scivolando dall’empireo, Gianfranco Vissani. Le Tre Forchette sono 47 contro le 44 del 2023, di cui sette nuove. Tutte al nord come Guido di Serralunga d’Alba, l’Antica Corona Reale di Cervere, Del Cambio di Torino (che fanno salire il palmares piemontese ai più alti livelli), l’Atelier Moessmer Norbert Niederkofler di Brunico, l’Harry’s Piccolo di Trieste con le due eccezioni del Kresios di Telese Terme in Campania e il Pashà di Conversano in Puglia.

 

Il Veneto

Il Veneto, con le sue 186 insegne in guida, si difende bene e offre un buon livello di presenze di alto profilo, concentrate in modo particolare su Verona e Venezia. Le Tre Forchette, tutte riconferme, sono Le Calandre di Rubano (PD), La Peca di Lonigo (VI) e l’Antica Osteria da Cera di Campagna Lupia (VE). Non mancano punteggi pieni anche tra le trattorie: Amo a Venezia si è aggiudicata Tre Cocotte, e il Nidaba a Montebelluna (TV) ha conquistato Tre Boccali con la sua selezione di birre.

 

Ma la regione si assicura anche uno dei Premi Speciali, Zero Waste di Krombacher: è Venissa, con le sue Due Forchette e un gamberetto verde sull’isola di Mazzorbo a Venezia, Qui vince la sostenibilità: bandita la plastica, in cucina si usano quasi esclusivamente vegetali coltivati negli orti della tenuta e pesci di laguna, la carne è scomparsa dal menu da cinque anni, l’acqua arriva in tavola depurata e non in bottiglia, niente uso di sottovuoto e pellicola. Il menu esalta così l’anima verde e il concetto di “cucina ambientale”, fra cuore e tecnica.

 


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