I carabinieri restituiscono la pala d’altare rubata 48 anni fa dalla chiesetta di San Zenone
La restituzioni nel giorno delle celebrazioni della loro patrona, la Virgo Fidelis
| Isabella Loschi |
TREVISO/SAN ZENONE DEGLI EZZELINI - Nella suggestiva cornice della chiesa di San Francesco, i carabinieri del comando provinciale di Treviso hanno celebrato la festività della loro patrona, la Virgo Fidelis. La cerimonia, presieduta dal vescovo, Michele Tomasi, ha visto la partecipazione delle massime autorità civili, religiose e militari.
Quest’anno, la cerimonia ha acquisito un ulteriore valore storico e culturale grazie alla restituzione, dopo 48 anni dal furto, di una importante pala d’altare, la “Madonna del Carmelo” di Bartolomeo Litterini datata 1725. Al termine della funzione religiosa i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia hanno riconsegnato formalmente alla Diocesi di Treviso. L’opera, olio su tela (176 x 96 cm) raffigurante la Madonna con in braccio Gesù bambino tra due Santi, risulta aver subito un restauro non documentato che ha portato alla rifoderatura e riverniciatura.
Il dipinto era stato rubato dalla chiesetta della Madonna del Carmelo, annessa alla Villa Marini – Albrizzi – Rubelli a San Zenone degli Ezzelini in data 20 novembre 1976. L’evento delittuoso fu immediatamente denunciato dall’allora parroco, il quale ebbe la cura di eseguire preventivamente una fotografia della tela nella sua sede originaria. La denuncia di furto, e la corrispettiva fotografia presentata dal prelato presso la stazione dei carabinieri, fu successivamente acquisita dal comando carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ed inserita all’interno della “Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti”, il più grande data base per l’archiviazione informatizzata delle immagini di opere d’arte gestita dal Comando Carabinieri TPC.
Rimasta vuota la nicchia dell’altare, considerato il notevole valore devozionale all’interno della comunità sanzenonese, un artista locale ne realizzò una copia fedele pochi anni dopo il furto. L’attività di monitoraggio del mercato antiquariale, svolta dai militari dell’arma sia sul territorio che sul web, ha permesso di individuare l’opera del Litterini in vendita presso un negoziante padovano. Tramite l’utilizzo della Banca Dati TPC è stata constatata la perfetta corrispondenza tra l’opera in vendita e quella oggetto di furto. Dal controllo amministrativo eseguito nei confronti dell’esercente padovano, l’opera è risultata regolarmente iscritta nel Registro di P.S., come da normativa del T.U.L.P.S., e non più in sede poiché venduta.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova hanno permesso di accertare che l’opera in esame proveniva da privato cittadino, il quale l’aveva ricevuta per lascito ereditario e, pertanto, estraneo ai fatti delittuosi. “Questo momento è un segno della nostra missione, che va oltre la sicurezza, e che abbraccia anche la protezione dell’identità culturale della nostra comunità”, ha dichiarato il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Treviso. Recuperata la preziosa tela, veniva fatta esaminare dal funzionario tecnico della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, il quale confermava l’esatta corrispondenza dell’opera sequestrata con quella trafugata.
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