MACELLAZIONI ABUSIVE, ODERZO DICE NO
Il sindaco di Ponte Zanchetta tiene alta l'attenzione sull'argomento
ODERZO - Questione macellazione ovina di rito islamico. Pare che la proposta del sindaco del comune di Ponte di Piave Roberto Zanchetta, ossia quello di utilizzare per la macellazione degli ovini il macello di Oderzo, non sarà percorribile. Infatti in una riunione di Giunta di lunedì scorso Oderzo pare non darà il via libera all’utilizzo della struttura.
«L’Amministrazione Comunale di Oderzo - si legge in una nota del comune - non è favorevole a regolamentare la macellazione degli animali introducendo la rituale macellazione islamica.
Pertanto la macellazione così detta islamica continuerà a non essere eseguita presso il macello di Oderzo».
Decine le email di protesta in comune a Oderzo, ma anche a Ponte: in tanti chiederebbero di non aprire la struttura anche alla macellazione ovina.
Intervento ieri del sindaco Zanchetta: «Mi pare che il clamore suscitato dal dibattito relativo alla richiesta di disciplina nell’effettuare le macellazioni di ovini stia assumendo profili quantomeno eccessivi rispetto alla finalità che noi amministratori, molto più prosaicamente, ci siamo posti.
E’ vero che al momento esistono ben altre priorità per i nostri cittadini, ma ciò non ci esime dall’evidenziare le problematiche in questa materia», ossia le macellazioni abusive di rito islamico in luoghi non consoni.
Con il problema delle carcasse degli animali lasciate un po’ ovunque.
«Il principale obiettivo che come Sindaci del Comprensorio Opitergino Mottense ci siamo prefissi è stato quello di garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti in materia; non tanto quello di garantire lo svolgimento di una pratica religiosa diversa dalla nostra.
Il tema che abbiamo proposto alla riflessione è quello di tentare di offrire una regolamentazione ad una pratica, quella della macellazione “all’aria aperta” – diffusa nei nostri territori all’insegna dell’illegalità diffusa.
La macellazione “senza regole” degli ovini in vista della festa musulmana annuale che si tiene 60 giorni dopo la chiusura del Ramadan è un illecito amministrativo oltre che un reato penale.
E’ per questo semplice ed all’apparenza banale motivo che stiamo provando a concertare con le autorità competenti quanto necessario affinchè coloro che al momento intendono devastare i nostri territori con spargimento vario di resti di animali riescano ad incanalarsi all’interno di una procedura che li metta in regola definitivamente. A salvaguardia del loro (ma soprattutto del nostro) interesse di cittadini».
Zanchetta approfondisce: «E’ proprio per questo in altre parole che stiamo attivandoci per fare in modo che le nostre leggi vengano davvero rispettate: chissà che possiamo riuscirci affinchè non si ripetano più episodi come quelli cui siamo stati costretti ad assistere fino ad ora».
Un argomento che, secondo il presidente del Consorzio dei Comuni Firmino Vettori, sarà ancora oggetto di discussioni nelle prossime riunioni dell’ente.