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20 aprile 2024

Esteri

Marijuana sempre più libera

Anche Alaska, Oregon e Washington dicono sì all'uso ricreativo

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Marijuana sempre più libera

Il voto negli Stati Uniti segna un deciso avanzamento verso la liberalizzazione dell'uso della marijuana, che potrebbe presto essere consumata liberamente anche nella capitale, Washington D.C, fra l'altro sede della Dea, l'agenzia federale antidroga. Gli elettori di Washington D.C., Oregon e Alaska hanno detto sì al consumo di marijuana a fini ricreativi, mentre in Florida il 58% ha votato a favore dell'uso a fini medici ma la misura non è passata perchè serviva una maggioranza del 60%, trattandosi di una modifica costituzionale.

 

Il caso più clamoroso è quello di Washington dove quasi il 65% degli elettori ha approvato una misura che permette il possesso di un massimo di due once di marijuana (57 grammi) e di tre piantine in casa per chi ha almeno 21 anni. Già da questa estate la capitale federale si era allineata ai 17 Stati americani che hanno depenalizzato l'uso della marijuana, rendendolo una semplice infrazione punibile con una multa. Inoltre vari esponenti del parlamento locale sono favorevoli a varare una legge che regoli la vendita della marijuana, con relativa tassazione.

 

In città vi è stato un crescente movimento di opinione a favore della liberazione anche per motivi razziali: se il consumo è equamente ripartito fra bianchi e neri, l'88% degli arrestati per possesso di marijuana erano afroamericani. Washington gode però di uno status particolare in quanto capitale: il Congresso degli Stati Uniti, d'accordo con il presidente, può imporre il veto alle leggi locali.

 

La questione dell'uso ricreativo potrebbe quindi diventare presto una questione al centro del dibattito nazionale, con un Congresso a maggioranza repubblicana e il primo presidente che ha ammesso di aver fumato 'canne' al liceo. Alaska e Oregon hanno intanto approvato l'uso ricreativo, ma anche la vendita, allineandosi con il Colorado e lo Stato di Washington dove questo era già possibile. Tanto che ad Halloween la polizia di Denver aveva messo in guardia i genitori dal rischio che qualcuno donasse leccornie alla marijuana ai bambini che bussavano alle porte per il rito di "dolcetto o scherzetto".

Sono inoltre 23 gli Stati, oltre a Washington D.C., dove è lecito l'uso di marijuana a fini medici. Per la legge federale, la marijuana rimane invece una droga vietata di classe 1, come eroina e Lsd.

 

Intanto c'è chi prova a rilanciare il dibattito anche in Italia. “Dopo anni di tetragona e infruttuosa politica proibizionista, in America sta dunque iniziando una vera e propria riforma antiproibizionista sulla cannabis, basata su un’analisi pragmatica del rapporto costi benefici”, dice il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova. “La legalizzazione consente di rendere più controllabile il mercato in termini sanitari, sottrae profitti alla criminalità, permette alle forze di polizia di concentrarsi su crimini e traffici socialmente più gravi e pericolosi, contribuisce ad attenuare il sovraffollamento delle carceri e decongestiona i tribunali. A questo - prosegue Della Vedova - si aggiungono significative entrate fiscali e la creazione di migliaia di posti di lavoro regolari".

 

"L’America aveva sperimentato nel secolo scorso i danni prodotti dal proibizionismo sull'alcol e aveva fatto bruscamente marcia indietro: oggi comincia a scegliere in modo significativo di abbandonare il non più fortunato proibizionismo sulla cannabis, aprendo una strada che - sottolinea il sottosegretario agli Esteri - andrebbe percorsa anche da noi. Come per altri consumi nocivi quali alcool e tabacco, la scelta della legalizzazione, del controllo sanitario, delle campagne di dissuasione e della tassazione rende il consumo di cannabis socialmente meno pericoloso di quanto sia oggi, appannaggio com'è di un capillare mercato criminale e privo di qualsiasi controllo. Decenni di fallimenti spingono ad abbandonare l’ideologia e scegliere la concretezza. Viva l’America!".

 



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