"La mia omosessualità vissuta da credente"
La storia di Anna, una trentenne trevigiana che ha fatto coming out grazie a papa Francesco
FOTO immagine di repertorio
TREVISO - E’ la storia di Anna, una trentenne di un comune di 5000 abitanti nella sinistra Piave. Cattolica praticante, a lungo militante nell’associazionismo religioso e animatrice dei gruppi parrocchiali. Otto anni fa “la scoperta di sé” – come definisce la propria omosessualità. Abbandona allora il servizio ma non la fede: “Accadeva alcune sere che prima andavo in parrocchia ad animare il mio gruppo per poi raggiungere Treviso e fare attivismo con Lgbte; non potevo continuare a ingannarmi”.
Distacco e solitudine. “Poi quella frase, come un fulmine, di papa Francesco in aereo di ritorno dalla Spagna: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Chi può giudicare? E perché sentirsi giudicati? Anna quindi non è affatto sorpresa del favore con il quale il papa guarda alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Avevano già fatto breccia in lei le parole pronunciate in quell’aereo nell’agosto di sette anni fa. A tal punto da incoraggiarla al coming out con i suoi genitori: “Una famiglia cattolica praticante che non ha fatto i salti di gioia, fatica ancora a capire ma i miei genitori non hanno mai smesso di tenermi tra le loro braccia”.
Anna continua ad avere fede. La vuole integrata però nella identità che ha scoperta e riconosciuta. Cerca e trova una comunità di gay e lesbiche credenti cristiani, non solo cattolici ma pure protestanti, metodisti: il “Progetto Ruah”, a Trieste, con i suoi week end di spiritualità e i due incontri annuali sul lago di Bacis, dove oltre alle meditazioni del prete che fa da guida spirituale a una cinquantina di omosessuali da tutta l'Italia, si aggiungono tante altre cose, come la biodanza per fare un esempio. E poi c'è la rete nazionale “Gionata”, che unisce tutti i gruppi territoriali e ha promosso, qualche tempo fa,iniziative molto significative come il cammino sulla via francigena o l'udienza dal Papa , durante la quale si è intrattenuto con una mamma di Parma. “Mi sono sentita riaccolta. Non a tutti la Chiesa lo ha permesso e molti si sono allontanati anche dalla fede. Eppure non dovrebbe essere così difficile riconoscere anche noi come figli di Dio. Papa Francesco lo fa”. Anna è se stessa adesso. Se ripensa a com’era – ci confida – non tantissimi anni fa, chiusa in se stessa e al mondo: “Vivo la vita finalmente, con la mia identità”.