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20 novembre 2024

Treviso

In uscita il nuovo libro del Papa, intervista al prof Marco Mascia

Intervista al direttore del Centro dei Diritti Umani dell’Università di Padova

| Annalisa Milani |

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marco mascia

Ne parliamo assieme con uno dei massimi esperti di Diritto Internazionale e Diritti Umani: il prof. Marco Mascia, direttore del Centro dei Diritti Umani dell’Università di Padova.

 

D: Che ne pensa, prof. Mascia, del termine genocidio usato anche da Papa Francesco?

R: Genocidio. Ovviamente Papa Francesco, nell’usare questo termine, avrà consultato esperti di diritto internazionale che conoscono molto bene la situazione palestinese. Non dimentichiamo che, dal 1948, l’Assemblea delle Nazioni Unite ha adottato una serie di risoluzioni con cui si riconosce il diritto dello Stato Palestinese ad esistere. Sui fatti del 7 ottobre, il termine genocidio è stato usato da diversi organi delle Nazioni Unite. La Relatrice Speciale, dott.ssa Francesca Albanese, per i fatti di Gaza, ha iniziato a introdurre la questione genocidio. Le ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia (gennaio 2024) affermano, con un’ordinanza giuridicamente vincolante per lo Stato di Israele, che si sta indagando ai sensi della Convenzione per la prevenzione dei crimini portanti al genocidio del 1948. Nel gennaio 2024 si dichiara che lo Stato di Israele deve adottare tutte le misure in suo possesso per impedire gli atti che rientrano nella Convenzione sulle pratiche genocidarie: uccidere per estirpare un gruppo, costringere un gruppo a condizioni di vita tali da provocarne l’estinzione, adottare misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo. Bene, la Corte sta procedendo con le sue indagini, ma lo Stato di Israele non sta adempiendo alle richieste. Anzi, le boicotta e non rispetta la stessa Corte Penale.

 

D: Ma allora si può dire che a Gaza è un genocidio?

R: Non lo dico io, ma la Commissione Speciale sulle pratiche di Israele nei territori palestinesi. Ieri, alle Nazioni Unite, è stato presentato un rapporto in cui si afferma che tutti gli elementi per definire pratiche genocidarie ci sono. Ora si tratta solo di verificarne l’impatto sul terreno.

 

D: Ma tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite, le Convenzioni del Diritto Internazionale, la Corte Penale non hanno funzionato fino ad ora. Fallimento delle Nazioni Unite?

R: Non è il fallimento dell’ONU in sé, ma, poiché l’ONU è formato dagli Stati, sono gli Stati più forti che boicottano e non vogliono mantenere i principi della Carta delle Nazioni Unite. Questo è il dato. Noi non possiamo chiedere all’ONU ciò che può fare, ma sono gli Stati che le consentono di agire! Quello che sta accadendo oggi è che l’ONU è sotto attacco. Gli Stati, anziché potenziare l’ONU per la pace e la sicurezza internazionale, la stanno distruggendo, marginalizzando. Vi ricordate l’intervento di Netanyahu alle Nazioni Unite a settembre? Il problema è come salvare e difendere l’ONU di fronte a questi attacchi, che non provengono solo da Israele, ma riguardano anche il disimpegno da parte dell’UE e degli Stati Uniti, che continuano a inviare armi.

 

D: E le accuse di semitismo o antisemitismo?

R: Qui non significa essere antisemiti, no. Stiamo tutti dalla parte dei popoli: degli Ebrei, dei Palestinesi, dei Kurdi, ecc. Il problema è se il diritto internazionale è rispettato o no. Siamo in una flagrante violazione del diritto internazionale. Guterres, all’apertura dell’Assemblea delle Nazioni Unite, ha chiaramente detto che alcuni governi calpestano e violano il diritto internazionale senza che nulla accada! Ci sono governi che adottano sanzioni contro la Russia e poi lasciano passare tutto. Si adotta la politica del doppio standard. Ciò è inaccettabile!


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