MOSCHEA IN ZONA INDUSTRIALE A PIEVE
Ma il Comune boccia la possibilità
Pieve di Soligo – Dopo il centro di cultura islamica ed il burqa, un altro segnale forte della presenza di immigrati di religione musulmana nel pievigino: la moschea.
La comunità islamica del Quartier del Piave sta, infatti, cercando un capannone da affittare in zona industriale, vicino al supermercato Bennet e al gruppo Homes, per adibirlo a moschea.
Un luogo di ritrovo ben più ampio di quello di via fontana, quindi, che diverrebbe punto di riferimento per un bacino decisamente più numeroso di fedeli rispetto a quanti ora si riuniscono per pregare insieme a Solighetto.
Per il momento una moschea, molto più piccola, è ospitata in una vecchia casa a Col San Martino. E c’è chi teme che ora Pieve di Soligo divenga un crocevia per persone non residenti nella zona.
Ma l’ipotesi è bocciata dall’amministrazione comunale: «Non è possibile variare in itinere la destinazione d’uso di un capannone industriale per farlo diventare una moschea senza l’autorizzazione del Comune – chiarisce il sindaco Fabio Sforza - L’autorizzazione non potrà essere aggirata, altrimenti verranno messi i sigilli al capannone individuato». La giunta Sforza è quindi ben determinata a mantenere un elevato livello di vigilanza, a combattere ogni tentativo di scorciatoia legale e a fare rispettare la leggi senza incertezze, in pieno accordo con le forze di polizia.
Di fronte alla volontà di creare una moschea a Pieve, Fabio Sforza vuole capire innanzitutto chi c’è dietro a questa richiesta: «non basta che vengano rispettate le norme urbanistiche, igienico sanitarie e simili, ma occorre chiedersi chi siano gli interlocutori, cosa effettivamente vogliano e a che logiche rispondano. Questo è quello che esigiamo per la sicurezza della nostra popolazione e dei musulmani moderati desiderosi di integrarsi».
Non si tratta di negare il diritto a riunirsi per pregare, chiarisce il primo cittadino pievigino: «Viviamo in uno stato libero nel quale vige naturalmente la libertà di professare la propria religione; anche i musulmani hanno pieno diritto di manifestare la loro fede senza discriminazioni. Detto questo, sarebbe una forma di buonismo autolesionista ignorare che non esiste un solo Islam e che a volte dietro il paravento religioso si nascondono frange oltranziste e fondamentaliste».
Foto Balanza