CASTELLO DI GODEGO – La notizia della multa a chi bestemmia nel Bar Sport di Castello di Godego ha avuto un’eco importante ma ora che il barattolo è quasi pieno cosa fare con quel denaro raccolto a suon d’imprecazioni? I gestori del locale, Daniele, Michela e la figlia Camilla Muledda, pensavano di donarli in beneficenza ma l’idea non è condivisa della Parrocchia che ha comunque accolto con favore l’iniziativa del bar. Una posizione che non è certo una critica a chi ha deciso di multare i bestemmiatori ma è volta a sottolineare che le imprecazioni non possono portare nulla di buono, neanche per gli indigenti. 

“Ha avuto una notevole risonanza, anche a livello nazionale, l’iniziativa di un bar del nostro paese di tassare le bestemmie – si legge nel notiziario parrocchiale in un intervento del parroco don Gerardo Giacometti -. Non è una bella fama quella che ci siamo guadagnati e non sappiamo se l’espediente sia efficace a contrastare la brutta abitudine. Certo che se ad intervenire non è più solo il parroco, ma un esercente, vuol dire che la misura ha superato i limiti della sopportazione, per lui e per qualcuno dei suoi clienti feriti da quelle parole”.

Le considerazioni del parroco continuano e alla fine toccano la questione del denaro raccolto. A cosa destinare i soldi frutto di una pratica deprecabile che offende la sensibilità dei credenti? “Qualcuno ha proposto di dare in beneficenza i soldi raccolti. Meglio di no. Sono soldi che assomigliano ai trenta denari di un certo Giuda e non vanno bene neanche per i poveri. Meglio impiegarli in sante messe, per chiedere misericordia e il perdono dei peccati, il dolore per quanto si è detto, la gioia di tornare ad amare il Signore e di benedire il suo nome santo”.

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