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19 gennaio 2025

Altri sport

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Nella marca arriva il Footbike

La nuova disciplina è stata presentata dal plurimedagliato atleta Nicola Zamuner

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

la footbike con Nicola Zamuner

TREVISO - Si chiama footbike, letteralmente “bicicletta da piede”. È un monopattino a forma di moderna bicicletta da corsa. Ma che non sia una bici, lo si vede a occhio nudo in quanto manca il sellino. Il movimento del mezzo viene dato dal movimento del piede: infatti non esiste catena.

Una disciplina curiosa, di certo inedita per il grande pubblico. E domenica scorsa al meeting di Vittorio Veneto “Ivo Merlo” ha fatto il suo esordio in una gara ufficiale grazie a Nicola Zamuner, già campione del mondo di Canoa e attuale tecnico dell’Atl-Etica San Vendemiano. Il quale, tra le sue molteplici attività, ha organizzato nell’ambito del meeting, la gara riservata ad atleti di footbike.

«Ho notato già sei anni fa il potenziale di questo attrezzo» spiega Nicola che nel presentare la novità ha lo stesso entusiasmo di un ventenne. «Mi venne l’idea di utilizzarlo come allenamento per la perdita peso. Mi ha affascinato fin da subito perchè permette di utilizzare il corpo in maniera completa. La footbike è un veicolo essenziale, sia per l’apprendimento immediato che per la manutenzione minima: è alla portata di tutti».

Viene utilizzato anche per l’allenamento in palestra: «Sì è così, specie per il rinforzo dei glutei».

Nel weekend del 5 luglio ha fatto il suo esordio come disciplina. «Stiamo sviluppando delle competizioni, come si è visto nel meeting di Vittorio Veneto dove abbiamo organizzato una gara “sprint” di 400 metri e una “mezzo fondo” da 200 metri, più i 100 metri per i più piccoli».

Nicola ci scommette: «La footbike diventerà uno strumento che rivoluzionerà parecchie abitudini. Lo si potrà usare in luogo dell’auto o dei mezzi pubblici a beneficio dell’ambiente. D’altra parte rappresenta il modo più efficace di trasformare il lavoro del corpo umano in movimento rettilineo, senza alcun ausilio meccanico.

Il telaio è più adeguato alla corporatura di una persona adulta, è rigido e leggero nello stesso tempo; le ruote pneumatiche, chiave del movimento, sono più adatte al contatto con le superfici stradali pavimentate delle nostre aree urbane.

Alla fine è, come si percepisce a occhio nudo, un mezzo ad impatto zero, perché privo di batterie , motori e manovellismi. In un periodo in cui il fattore “green” riveste sempre più importanza, questo aspetto ha il suo peso».

 



Gianandrea Rorato

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