I 101 profughi trasferiti all'ex caserma Serena
Manildo:"sindaci lasciati soli dal ministro Alfano a gestire l'emergenza", i residenti:"Grande vittoria"
| Isabella Loschi |
TREVISO - I profughi ospiti nelle palazzine di Quinto sono stati tutti trasferiti alla caserma Serena di via Zermanese.
La notizia è stata accolta con gioia dai residenti dei condomini di Quinto. "E' una grande vittoria - spiega un residente, che ha partecipato al presidio di questi giorni - frutto di una battaglia condotta civilmente, a parte qualche intemperanza. E soprattutto - continua - in un clima di grande solidarietà anche da parte delle persone che non abitano nel condominio".
Dopo l’ordine della prefettura arrivato venerdì mattina di sgomberare gli alloggi di via Legnago, i migranti nel primo pomeriggio, sono stati fatti salire a bordo di due pullman e sono stati portati nell'area dell'ex caserma tra Casier e Treviso. All’interno dell’ex caserma è stata riattivata la fornitura di acqua corrente e in queste ore si sta attrezzando l’area con bagni chimici e brande. Ricevuta la comunicazione del trasferimento dalla prefettura, in mattinata, i sindaci di Treviso e Casier, Giovanni Manildo e Miriam Giuriati, hanno incontrato i residenti nell'area dell'ex caserma illustrando le modalità del trasferimento e garantendo il massimo livello di sicurezza e tranquillità. Entrambi invitano la comunità a mantenere un comportamento civile e all'altezza dei valori che da sempre la contraddistinguono.
Ad occuparsi dei migranti saranno gli operatori di Xenia ospitalità, presieduta da Mauro Andreini, la stessa cooperativa impegnata nell'assistenza ai profughi nei caldi giorni di Quinto. La caserma, di proprietà del Ministero della Difesa, sul quale i due comuni territorialmente interessati non hanno alcuna competenza, è presidiata dalle forze dell'ordine e da pattuglie della polizia locale. Intanto il sindaco Manildo punta il dito contro il prefetto e il ministro Alfano, per non aver saputo gestire l’accoglienza dei profughi. “Per l’ennesima volta abbiamo dovuto gestire da soli il problema. Il Prefetto di Treviso - dichiara Manildo - ha creato il problema e invece di risolverlo continua ad esacerbarlo, prendendosela con la gente, minacciando denunce”.
“I sindaci della Marca sono al fronte, lasciati soli dal Ministro dell’Interno Alfano e dal Prefetto - sua emanazione sul territorio - a gestire l’emergenza. Davanti a questa situazione esplosiva continuiamo a denunciare, inascoltati, un problema che non dobbiamo gestire noi. Non c’è destra o sinistra, non c’è Lega o Pd, non ci sono schieramenti: qui si tratta solo di dare risposte che non dovrebbero venire da noi. Ma tant’è: non è possibile replicare le scene a cui abbiamo assistito a Quinto di Treviso. Qualcuno ha parlato di razzismo, ma non c’entra nulla: ci sono solo dei cittadini allo stremo. Qui si parla di persone, di vite e di una questione della quale il Ministro Alfano si sarebbe dovuto occupare da tempo.
Sono stanco di sentire che i veneti sono razzisti: secondo la Caritas la provincia di Treviso è uno dei territori dove l'integrazione è tra le più alte. Anche per questo chiediamo che, rispondendo alla lettera dell’onorevole Casellato, Alfano venga in Veneto, in provincia di Treviso al più presto. Non può un Ministro lasciare inascoltata la voce di questo territorio".