TREVISO – Hanno vissuto la paura e l’orrore. Tanti i trevigiani che questo fine settimana si trovavano a Parigi per lavoro o semplicemente per una piccola vacanza.

Tra loro anche il presidente provinciale della Cna Alfonso Lorenzetto, a Parigi, per il suo lavoro di fotografo. “Mi ero appena lasciato alle spalle una fantastica giornata qui a Parigi, quando sento il rumore delle sirene dappertutto. 
I Social sono tremendi - scrive Lorenzetto nel ricordare le drammatiche ore seguite alla strage - un amico mi scrive: attento una sparatoria a Parigi. Poi cominciano ad arrivare i commenti di alcuni amici che mi chiedevano come stavo, allora cero notizie.
Una sparatoria. Mio Dio ci risiamo penso. So che qui a Parigi la ferita di Charlie Hebdo è ancora aperta e sanguinante.
In questi giorni ho visto polizia e militari presenti un po' dappertutto.
 Nei musei nelle strade e posti affollati i controlli ci sono, eccome.
Eppure ciò non basta.
Mi collego in rete, vedo molti messaggi e notifiche di facebook. Amici mi chiamano e chiedono di me...
Mio Dio la cosa è stupefacente, appunto incredibile, apprendo la notizia con enorme smarrimento".

"Mi cresce l'ansia, le sirene non mollano. Apro la finestra c’è poca gente in strada.
Mi sento come un uccello in gabbia.
Senti che ti hanno tolto qualcosa di unico e di grande,il senso di sicurezza,di girare liberamente per le vie di una città bellissima che amo a e adoro per tutte le mille opportunità che ti offre, per le innumerevole luci, per la sua storia, che trasuda da ogni pietra, le tante storie di vita, una città aperta.
Eppure io sono qui chiuso dentro e ringrazio Dio per questo.
Fuori è l'inferno”.