"Sporca e inquinata", i rischi dell'acqua razionata
| Isabella Loschi |
Davvero c'è il rischio dell'acqua razionata a Roma? Il pericolo non è ancora scongiurato. Regione, Comune e Acea stanno cercando di trovare una soluzione, ma l'ipotesi di razionamenti a turno in alcuni quartieri della Capitale è ancora viva. Ma cosa accadrebbe se la Capitale dovesse trovarsi con i rubinetti a secco e quali sarebbero le conseguenze per i romani? A spiegarlo all'AdnKronos è Catello Masullo, ingegnere idraulico e docente universitario.
"Arrivare a razionare l'acqua a Roma sarebbe uno smacco perché non è mai successo - afferma Masullo - Gli acquedotti oggi sono dei veri colabrodo, perché non viene fatta manutenzione e non si investe. Se una persona turna l'acqua (la chiude, ndr) i tubi si svuotano. Quando ciò accade i tubi vanno in depressione e iniziano a succhiare l'acqua che si trova nel terreno circostante".
Questo, spiega l'ingegnere, avviene perché ci sono dei buchi dai quali oggi esce l'acqua potabile. "La garanzia igienica di un acquedotto è data dal fatto che l'acqua è in pressione, ossia che nel tubo esercita una certa pressione, che è quella che la fa risalire nei palazzi - prosegue Masullo - in questa maniera l'acqua può uscire dall'acquedotto ma non rientrare". Questo perché l'acqua che sta attorno ai tubi è sporca, inquinata. Se si iniziano a fare le turnazioni a Roma, "per la prima volta - rimarca l'ingegnere - esisterà la possibilità concreta che i tubi vadano in depressione, succhiando dentro acqua sporca, e potrebbe essere pericoloso". Per Masullo è fondamentale quindi, che la rete di Roma "venga mantenuta sempre in pressione con l'acqua necessaria".