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24 novembre 2024

Oderzo Motta

"Ospedali di Treviso e Oderzo, rischio disagio per i degenti"

L'allarme arriva dai sindacati dopo il cambio di gestione dei servizi di pulizia e sanificazione. Incontro giovedì all'ispettorato del lavoro

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

l'ospedale di Oderzo

TREVISO/ODERZO - Il cambio di gestione dei servizi di pulizia e sanificazione degli ospedali di Treviso e Oderzo e dei distretti socio-sanitari ha generato "il caos contrattuale" per le 250 lavoratrici: si rischiano forti disagi anche per pazienti e utenti dei nosocomi trevigiani a partire dal lunedì di Pasquetta.

Forte la preoccupazione delle organizzazioni sindacali Filcams Cgil e Fisascat Cisl territoriali che richiamano le parti coinvolte al senso di responsabilità. Copma è la cooperativa vincitrice nel 2013 della gara d’appalto per il servizio di pulizia, con durata 9 anni, per la quale ad oggi sono impiegate le 250 lavoratrici. Lo scorso novembre l’ULSS 2 ha deciso di recedere dal contratto con Copma. Una facoltà questa prevista dal contratto in essere allo scadere del quinto anno “a seguito di nuove e mutate esigenze organizzative”.

L’Azienda Sanitaria ha inoltre affidato a Ospedal Grando, la società incaricata della costruzione della “Cittadella della Salute”, la gestione del servizio, affidato a sua volta da quest’ultima in via diretta a Manutencoop, che dovrebbe, il prossimo 2 aprile, assorbire per intero il personale di Copma.

Ma Copma, oltre ad aver segnalato la vicenda al Tar e all’Anac, ha anche impugnato il provvedimento davanti al Tribunale per le imprese di Venezia, sostenendo, sulla base del codice degli appalti, che il contratto sottoscritto con l’azienda sanitaria sia tuttora valido ed efficace.

Una bagarre contrattuale che prende di mezzo le lavoratrici. Copma, infatti, si è persino rifiutata di fornire a Manutencoop l’elenco del personale occupato e di mettere a disposizione i propri lavoratori in favore del nuovo assegnatario. Le lavoratrici avrebbero dovuto essere licenziate da Copma e assunte da Manutencoop proprio a decorrere dal 2 aprile. Ma non essendo licenziate non possono essere assunte.

I Sindacati hanno chiesto a ULSS 2 e alle cooperative di comunicare al personale qual è la ditta autorizzata e incaricata all’effettuazione del servizio da quella data, così da permettere ai rappresentanti sindacali di relazionarsi con essa a titolo legittimo, per gestire la prosecuzione del rapporto di lavoro (in caso di cambio di assegnataria del servizio) o confermare la regolare prosecuzione del rapporto (nel caso di conferma dell’attuale assegnataria).

Ma le cooperative, che hanno incontrato nei giorni scorsi i vertici ULSS e di Ospedal Grando, si considerano entrambe titolari del servizio, con il risultato che il lunedì di Pasquetta le dipendenti di Copma si presenteranno al lavoro non sapendo se potranno essere messe nelle condizioni di svolgerlo.

Allo stesso tempo, Manutencoop sta già allertando via sms le proprie dipendenti trevigiane di tenersi pronte per lavorare il 2 aprile. Domani, giovedì 29 marzo, tutte le parti si incontreranno all’Ispettorato territoriale del lavoro nel tentativo di risolvere la complicatissima situazione rispetto alla quale Manutencoop ha chiesto un incontro alla Prefettura di Treviso.

Nella serata di martedì, inoltre, è giunta una comunicazione della Ulss che ribadisce il diritto di Manutencoop di gestire il servizio e convoca tutte le società coinvolte la sera di Pasqua, 1 aprile, alle 20, per il passaggio di consegne.

 

“Che sia Copma o Manutencoop a svolgere il servizio - spiegano Patrizia Manca, segretaria Fisascat Cisl Belluno Treviso e Feliceta Bottan della Filcams Cgil - ribadiamo che gli unici lavoratori titolati a lavorare lunedì sono quelli attualmente in essere, come previsto dalle norme di legge sugli appalti e dal contratto collettivo nazionale di lavoro. La situazione è grave, non solo perché le lavoratrici lunedì si presenteranno al lavoro non sapendo che divisa indossare e per chi prestare la propria opera, ma anche per il contesto in cui si trovano ad operare. Questa vicenda rischia di creare disagi ai degenti e ai reparti e alle unità ospedaliere dove la pulizia e la sanificazione sono fondamentali, come le sale operatorie. Facciamo un appello al senso di responsabilità di tutti, affinché sia garantito il diritto al lavoro e quello alla salute dei cittadini”.

 


| modificato il:

Gianandrea Rorato

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