Calma e gesso
Bisogna provare ad immaginare come sarà il domani
Questa espressione viene spesso usata per indurre qualcuno a non prendere decisioni affrettate, a non fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi per non avere fatto le dovute valutazioni. L’origine di questa locuzione deriva dal gioco del biliardo. Immaginate il giocatore che strofina con il gesso la punta della stecca, mentre riflette con calma sugli effetti che vuole dare al tiro.
Mai come in questi momenti è necessario, per gli imprenditori di tutti i tipi, riflettere con calma prima di prendere decisioni affrettate. Proprio nei momenti di grande difficoltà bisogna mantenere la calma ed essere il più razionali possibili. Non bisogna farsi prendere dalla paura e dall’ansia. Chi è appassionato di sub, sa bene che la maggior parte degli indicenti durante le immersioni sono dovute alla perdita del controllo, quando ti fai prendere dal panico non ragioni e rischi la vita.
Stiamo tutti navigando in un mare sconosciuto di nome “coronavirus” e, in questo mare, qualcuno ha avuto la fortuna di trovarsi nella barca giusta. Basti pensare alle imprese del settore alimentare, di quello sanitario, medico, quello degli igienizzanti, dell’abbigliamento per operatori sanitari, della videocomunicazione (il proprietario di zoom ha triplicato il valore delle azioni in un mese), per queste imprese, è brutto dirlo, ma il covid-19 è stata una manna. Quasi sempre dietro un problema c’è un’opportunità, bisogna cercare di capire per chi e come fare per coglierla.
Bisogna provare ad immaginare come sarà il domani in termini di esigenze espresse o inespresse per i clienti, esigenze che diventano creazione valore da parte dell’impresa. Come saranno le persone in questo nuovo mare, quali saranno i nuovi stili di vita e le nuove esigenze? Parlando con degli imprenditori, ho percepito che, coloro che hanno un punto di vista ottimistico e speranzoso, stanno cercando le opportunità che sono dietro il problema. Qualcuno sta pensando di creare delle piccole macchine automatiche per la sanificazione degli ambienti, altri stanno pensando a servizi di sanificazione degli interni delle auto, altri pensano di potenziare le loro officine per essere pronti a nuove richieste perché dicono che ci sarà un aumento dei mezzi in circolazione, visto che non potranno esserci i mezzi pubblici pieni come prima, e molti che prima usavano il mezzo pubblico, useranno la propria auto per recarsi al lavoro, potrei continuare con molti altri esempi.
Tutto questo però non basta. Non basta avere un’idea, bisogna che sia definita una strategia e un piano di azione. Per cambiare o creare nuovi prodotti e servizi, servono anche investimenti, in tempo, in macchinari e servizi, e questo significa impiego di risorse finanziarie. Ecco perché bisogna che gli imprenditori imparino a guardare avanti e a predisporre un piano economico e finanziario, piano che va messo sotto stress con delle simulazioni, per capire dove si va a finire se, le ipotesi fatte non si realizzano in parte o in toto.
Qualche giorno fa è uscito uno studio del Cerved Rating Agency, nel quale viene evidenziato che, con il perdurare dell’emergenza coronavirus c’è il rischio che fallisca il 10,4% delle PMI. In Italia il 90% delle imprese ha meno di 10 dipendenti o fattura meno di 2 milioni di euro, si pensi all’impatto che questo avrebbe sull’economia, sia per l’effetto contagio sulle altre aziende che vedrebbero a rischio i loro crediti, sia per il numero di lavoratori che si troverebbero senza posto di lavoro.
Sono un inguaribile ottimista e vedo questo problema come una opportunità, spero che le imprese, di qualsiasi dimensione, finalmente mettano in atto quanto previsto dall’art. 2086 del codice civile, attivo da marzo 2019 per effetto del nuovo codice sulla crisi di impresa, che obbliga l’imprenditore ad […] istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa […] per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale […].
In sintesi, pensare di più e con calma e agire con razionalità dopo avere valutato i numeri.
Claudio Bottos
Consulente del Lavoro e di direzione strategica aziendale