Omosessualità e religione: Matteo ha deciso di scriverne in un libro
Lo scrittore di Fossalta, con il suo “L’amore oltre le regole”, propone testimonianze e riflessioni
TREVISO - È uscito nelle librerie martedì scorso “L’amore oltre le regole”. L’ha scritto Matteo Tamai, 29 anni di Fossalta di Piave. Sei mesi di lavoro, durante i quali ha raccolto diciannove testimonianze di ragazzi e ragazze omosessuali cristiani e non. Altre sei di preti anche di Treviso che accompagnano spiritualmente gruppi di Lgbte.
Nella seconda parte del volume (edito da “Nulla die”), trentadue risposte, sotto forma di lettere a un questionario inviato anche a eterosessuali sul binomio fede-omosessualità. Matteo, tuttora impegnato in parrocchia, racconta di essere riuscito a fare coming out quattro anni fa, con la famiglia e le persone che più gli sono care: “E’ stato difficile ma ne è valso la pena; non devo più nascondermi e posso essere finalmente me stesso”.
Perché questo libro?
Perché, con mia grande sorpresa, dopo tante ricerche ho scoperto che l’ultima pubblicazione su cattolici e omosessualità risale al 1998 e che prima se ne era scritto ben poco, troppo poco.
Per te invece è il venuto il momento di parlarne. Tra l’altro il tuo libro, neanche farlo apposta, è uscito in contemporanea al documentario in cui il Papa prende posizione a favore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Le parole del Papa sono state importanti. Poi naturalmente si sono affrettati a intervenire i prelati della corrente conservatrice a sminuire le affermazioni, a mettere paletti. La Chiesa istituzionale deve farne ancora di strada ma per fortuna ci sono anche tanti preti e religiose che sono più avanti.
Che cosa chiedono gli omosessuali credenti?
Di essere ascoltati. E di dialogare. Non sono atteggiamenti impossibili da praticare, ed è quanto basta per aiutare molti di noi a non vivere di paure.
Paura di non essere accolti?
O anche di essere allontanati, è già capitato. Ed è la ragione per la quale molti hanno smesso di credere. Ma omosessualità e fede non sono termini in contraddizione tra loro.
E coniugarli è faticoso?
Pesano stereotipi ancora radicati anche nelle comunità cristiane. La strada è ancora in salita, almeno nel nostro Paese, ma la speranza è che, grazie anche a papa Francesco, la Chiesa si apra sempre di più alla accoglienza.
E’ quello che si legge anche nelle testimonianze e nelle lettere che ha pubblicato nel suo libro.
E’ quello che si augurano tutti. La nostra non è una scelta, è il nostro modo di essere.
A chi si rivolge, prima di tutti, il libro?
L’ho scritto per dare una mano ad avere il coraggio che serve ad accettarsi e ad accettare. Leggendo queste storie si dovrebbe riuscire a rintracciare la serenità di chi testimonia una scelta compiuta, magari anche con sofferenza e che però lo ha reso libero. Auspico allo stesso tempo che sull’altro fronte molti tabù e preconcetti possano venir superati.