Preoccupazioni e incertezze sull'area a nord della stazione ferroviaria
Big bags contenenti amianto, un terminal autobus non ancora iniziato, una torre di 35 metri che incombe sulla città. L'assessore Filippetto riferisce in Consiglio comunale
CASTELFRANCO - L’annosa questione dell’area a nord della stazione ferroviaria è ritornata al centro dell’attenzione della politica cittadina. Ieri sera, in consiglio comunale, si è discusso nuovamente di numerosi aspetti legati ad un luogo che sembra non aver trovato ancora pace, collocandosi “a metà del guado” tra un passato con rimasugli scomodi e un futuro incerto.
Nelle scorse settimane si è infatti nuovamente levata la voce di numerosi cittadini preoccupati dal permanere in loco di numerose sacche (chiamate per eccesso di anglofilia “big bags”) contenenti terreno contaminato da amianto, il cui smaltimento è stato bloccato dall’esplodere della pandemia di Covid-19. Con le big bags presenti, inoltre, non è possibile proseguire con la realizzazione del terminal degli autobus.
I consiglieri di minoranza hanno interrogato l’attuale giunta sul futuro di quei sacchi e sullo stato di avanzamento dei lavori, nonché sui rapporti con la ditta Emaprice, assegnataria del progetto di bonifica e realizzazione del terminal (che doveva essere terminato ancora a dicembre 2019), a cui è stata inoltre concessa l’autorizzazione per la costruzione di una torre adibita a servizi alta 35 metri.
La risposta è stata affidata all’assessore Roberto Filippetto: «Le big bags contengono terreno e pezzi di eternit, sebbene non vi siano fibre di amianto libere nell’aria. All’inizio del 2010, erano 5163 le tonnellate di terreno contaminato: nel giro di un anno la ditta Emaprice ne ha smaltite oltre 3mila. L’invio verso l’impianto di Lipsia, in Germania (scelto per limitare i costi di bonifica) è stato tuttavia interrotto a causa della pandemia e il suo ripristino è rallentato dalle procedure burocratiche dei diversi soggetti in campo (Italia, Germania, Austria)».
Riguardo la realizzazione della torre dei servizi, Filippetto precisa: «Il lotto in questione è stato estrapolato dal Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia e Ambientale (P.I.R.U.E.A) al fine di permette un intervento diretto, per poter rispettare gli accordi presi con la ditta Emaprice, titolare dei diritti edificatori. Tuttavia, rispetto al progetto originario, il Comune è riuscito a diminuire la volumetria edificatoria, lasciando intatta la superficie».
Nonostante l’assessore abbia annunciato a breve una commissione edilizia dove spiegare nel dettaglio i nodi della questione, l’opposizione si dimostra preoccupata per il futuro dell’area, specialmente per la costruzione della torre. Nelle parole dell’architetto Alessandro Boldo: «La torre sarà il più grande grattacielo in città. Esso aggraverà la viabilità in un’area critica e sarà una bomba per il settore immobiliare. Mi chiedo quale sia il beneficio per la comunità».